Opera riformatrice eli Frangipani nunzio a Colonia. 351 senza la buona volontà dell’elettore la sua azione riformatrice avrebbe dovuto restare sterile come la tela di Penelope.1 Con il suo prudente contegno, Frangipani ottenne fin dal colloquio di Bonn, che Ernesto gli accordasse l’illimitata autorizzazione a visitare l’archidiocesi. Quindi il nunzio fece tosto vaste preparazioni, e sperava di potere incominciai’e quest’opera così salutare prima della fine del 1587, allorché, nella notte fra il 22 e 23 dicembre, avvenne l’invasione di Bonn, sede residenziale dell’elettore, da parte del capitano di ventura Martino Schenk von Nie-deggen, un partigiano di Gebardo Truchsess, il che portò un ritardo sommamente spiacevole.2 Ma con l’aiuto di Alessandro Farnese, che per le strette relazioni fra i Paesi Bassi e il basso Reno, era fortemente interessato alla sicura posizione del cattolici,smo in Colonia, fu possibile nel 29 settembre 1588, riconquistare Bonn:3 ma questo risultato ottenuto in gran parte per lo zelo e la costanza di Frangipani, ebbe il suo lato di ombra, poiché truppe spagnuole dovettero tenere occupate Bonn, Neusess e Kaiserswerth. Subito si vide che il leggiero elettore Ernesto, nell’amministrazione civile del suo arcivescovado duramente immischiato dai torbidi militari dei Paesi Bassi, lasciava pure a desiderare come in quella ecclesiastica. Il principato elettorale di Colonia nel campo dell’amministrazione statale e finanziaria era caduto in tale disordine, che si avvicinava ad una bancarotta. Frangipani dovette decidersi ad intervenirvi ed egli si sottopose a questo compito complicato ed ingrato, nella riflessione, che fin tanto che non fossero riparate queste condizioni, anche la sua azione religiosa non otterrebbe alcun durevole risultato. Poiché la principale energia di Frangipani venne assorbita dal lavoro di Sisifo ; di porre un ordine nell’amministrazione e nelle finanze dell’arcidiocesi di Colonia, 4 egli non potè sviluppare una regolare e compatta opera di riforma. « Qua va tutto a rovescio », si lamentò una volta.5 Pur tuttavia il nunzio, riguardo alla riforma, si sforzò di fare quello che era possibile nelle condizioni del momento. A Colonia gli riuscì di ristabilire l’ufficiatura solenne in duomo, di impedire l’accettazione fra i canonici del duca protestante di Sachsen-Lauenburg, di introdurre i Minori osservanti, e di interessarsi in prò di buone scuole elementari cattoliche. Poiché una proclamazione del con- 1 Vedi Ehses 11, 22, 41 s. 2 Vedi Ehses II, 51, 60 s. 77. Quanto il papa rimpiangesse con l’agente del duca di Baviera, la perdita di Bonn, cfr. la * Relazione di Gritti del 6 febbraio 1588, Archivio di Stato in Venezia. 3 Vedi Ehses II, 184 8; e Bezold loc. cit 520. 4 Vedi la lucida esposizione di Ehses II, xxxi s. 5 Vedi ibid. 233.