Punizioni di delitti decorsi da gran tempo. 73 Anche al lusso sempre crescente1 ed ai consueti eccessi del carnevale, Sisto V si oppose con energia. In seguito al suo rigore già nel 1586 egli ebbe la soddisfazione che questi divertimenti passassero in calma assoluta ; avvenne il caso inaudito, che questa volta non si ebbe neppure un ferimento.2 Anche negli anni seguenti, mercè la severità draconiana, che Sisto Y aveva mostrato al principio del suo governo, non si ebbe nel carnevale alcun eccesso meritevole di ricordo. Nel 1588 il papa permise alla società commediante dei Desiosi di presentarsi al pubblico, ma le rappresentazioni dovevano aver luogo solo durante il giorno, le parti di donne dovevan venir rappresentate da uomini e gli ascoltatori intervenire disarmati.8 Fu sentito con molto dolore che fossero ridestate ripetutamente e punite mancanze di gran lunga dimenticate,1 fra le quali fece un’impressione specialmente penosa, che Sisto, cedendo alle istanze di sua sorella Camilla, non avesse pace, finché non gli venisse rimesso da Venezia Marcello Accoram-boni, che per ordine di Paolo Giordano Orsini nell’aprile 1581 aveva ucciso Francesco Peretti. Fu portato ad Ancona, e sebbene il Cardinal Montalto a suo tempo gli avesse perdonato, pure gli fu fatto il processo, che finì col suo supplizio.6 La condanna di colpevoli, i cui delitti risalivano molto addietro dette occasione ad uno scherzo mordace. Un mattino si lesse appiedi delle statue dei principi degli apostoli, situate in principio di ponte S. Angelo, il seguente dialogo : « Perchè, domandava S. Paolo a S. Pietro, ti sei messo la tua sacca su le spalle ? » « Io me la dò a gambe, fu la risposta, per timore di un processo per l’orecchio che ho tagliato a Malco >.6 Allorché Sisto V l’8 giugno 1588, dopo il suo ritorno da Civitavecchia, partecipò ai cardinali con giusta soddisfazione, che ora negli Stati pontifici si poteva ovunque viaggiare attraverso regioni sicure e tranquille, accennò ad un altro risultato della 1 Vedi Bull. Vili, 819 s. ; Riforma del vestire, delle doti et altre spese da osservarsi in Roma,'Roma, 1586, Blado. Cfr. Santori, Autobiografia XIII, 177. 2 Vedi la * Relazione di Capilupi del 22 febbraio 1586, Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. gli * Avvisi dell’ 11 gennaio e 5 febbraio 1586, TJrb. 1054, pp. 12 e 54, Biblioteca Vaticana, ed il * Bando che non si possano tirare ove ne portare linterne di notte [nel carnevale], dal-l’8 febbraio 1586, negli Editti V 60, p. 68, Archivio segreto pontificio . Vedi anche l'Avviso presso Orba an 302 e Galesinus, * Annales I, 102b, Biblioteca Vaticana. 3 Vedi Hübner II, 107 ; Abemollo nella N. Antologia 2a serie XXVI (1881) 59 ; E. Re nel Giorn. d. lett. ital. LX1II 291. Gli * Ordini circa la comedia delli Desiosi negli Editti V 60, p. 123, Archivio segreto pontificio. 4 Vedi le relazioni citate da Hübner (I, 292) e da Brosch (I, 270). Cfr. pure Gualterius, * Ephemerides 86, B i b 1. Vittorio Emanuele in Roma. 5 Vedi Mutinelli I, 172 s. ; Gnoi.i, V. Accoramboni 378 s. 8 Cfr. Hübner I, 297.