Documenti inediti e comunicazioni d’archivi. N. 91-93, a. 1590. 653 rienza mostrò il fatto sta altrimente et essersi di gran lunga ingannati coloro, che pensomo in tanta varietà di voleri et di fini et dove non si scopriva cardinale accommodato all’interesse di ciascuno, com’era stato Urbano, che’l tutto fosse per spedirsi con brevità et senza contrasto, anzi dalle persone di giuditio fu conosciuto sin dal principio della sede vacante, che! conclave di G-regorio sarebbe pur di difficoltà et che la crea-tione del Papa non sarebbe stata così presta come richiedeva il bisogno dello stato della Chiesa et del christianesimo. Ne pareva a chi giudicava senza passione lo stato delle cose, che le difficoltà che si scoprirono sino all’entrar del conclave, havessero altra speranza di presta risoluzione che la giovaimezza et la poca esperienza del card. Montalto delli negotii grandi argomentandosi da questa et da quella ch’egli non fosse per esser costante nelle difficoltà et che con facilità dovesse esser aggirato dalle sue creature et credendo con poco contrasto alle voglie degli Spagnuoli et di Madruzzo havesse in pochi giorni a risolversi di far il papa secondo la lor voluntà. Ma essendo egli riuscito parte per la sua natura melenconlea et alta alla fermezza et parte per il buon consiglio degli amici, che egli apparve più accommodato a questo maneggio di quello che fu creduto potè dar luogo et occasione a tutti gli accidenti che nacquero et che da molti furono prevedute le cagioni principali della lunghezza et ostinatione del conclave, furono come quasi sempre gli interessi et le passioni degli cardinali papabili; ma se più adentro si ri-sgua.rda questa volta hebbero origine dalli ministri del Re di Spagna, i quali o per haver havuto ordine da quella Maestà come havessero a procedere nel nuovo conclave per la subita morte d’Urbano o per fini ambitiosi, come si scoperse dipoi, presero partiti tali da loro medesimi con i quali offendendo alcuni cardinali principali del collegio et altri dichiarandone così poco confidenti et amici del Re che disperati dell’aiuto suo al pontificato potemo poi tutti insieme dar occasione a peri-culose divisioni et accidenti poco accommodati agli interessi di quella corona ; ma le più gravi et le più periculose furono le due risolutioni che presero il conte d’Olivares, ambasciatore residente in Roma et il duca di Sessa, venuto a Sisto V per negotio particolare di quella Maestà et di un volere istesso col conte nella prattica del conclave, l’uno di trattar con modo diverso il negotio del Cardinal Colonna da quello che fecero nel conclave d’Urbano et l’altra con la nominatione fatta di sette cardinali, acciò che di quelli uno ne conseguisse il pontificato, per la quale tacitamente si comprendeva ch’ogni altro cardinale fosse o non così voluto o manifestamente escluso da loro. Il Gran Duca di Toscana ancora per escluder molti cardinali di merito per le spesse sue varia-tioni et per portar con troppa volontà et forse con poco avvedimento il Cardinal Santa Severina alla scoperta et Paleotto segretamente aggiuntavi ancora la dimostrazione che fece il duca di Mantova contra il Cardinal di Cremona, nata però dalla mala volontà che haveva l’uno e l’altro di loro al duca di Savoia, del quale giudicavano che questo cardinale fosse particolarmente amico et la poca prudenza del Cardinal Gonzaga mal sodisfatto di Cremona furono cagioni assai sostantiali della lunghezza del conclave, forse il più travagliato et il più pieno d’accidenti gravi et pericolosi di quanti sieno stati già gran tempo... 2. Quindici furono li cardinali, che si trovorno in camera di Sforza per l’esclusione di Colonna, due di Pio Y: Carafa et Sans [Pellevé],