338 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI. diocesi di Halberstadt e Lubecca erano vani. L’attenzione del nunzio venne inoltre attirata dalle lotte religiose che « si svolgevano in Strasburgo, Aquisgrana ed Augusta, come pure dalla incresciosa questione non ancora spenta » circa la signoria di Fulda fra l’arcivescovo di Wiirzburg ed il principe abbate fuldense. Con sguardo, intuitivo riconobbe Malaspina, nei suoi sforzi per favorire la riforma cattolica in quelle parti dell’impero restate ancora alla Chiesa, che sopra tutto occorreva portare un rimedia alla grande deficienza di sacerdoti. Richiamò perciò la particolare attenzione di Sisto V su l’appoggio ai seminari pontifici, tanto più necessario, in quanto nella curia erano tenuti in sospetto. Poiché gli alunni di questi istituti non erano sufficienti, perciò Malaspina raccomandò l’educazione di gioventù nobile in Roma, l’istituzione di nuove collegi per i regolari, e l’ampliamento dei « Seminaria Pauperum » per provvedere le parrocchie rurali.1 Le difficili condizioni della Boemia dettero da fare in modo speciale a Malaspina essendo ivi il protestantesimo in progresso-Il nunzio non potè ottenere l’esecuzione dell’editto del 1584, pubblicato contro i Picardi di là, al contrario al principio del 1585 gU riuscì, di guadagnarsi il re in favore di una visita generale su la situazione religiosa della Boemia, cui doveva seguire un’altra simile nelle restanti terre degli Asburgo. Ma nel suo retto zelo, Malaspina dovette contentarsi di un decreto imperiale, quantunque egli stesso comprendesse assai bene, quanto poco rispondesse alle ingiunzioni della Chiesa. Nessuna meravigba che l’opera di Mala-spina incontrasse in Roma sfavorevole accoglienza. Un parere colà abbozzato richiedeva, che lo stesso nunzio, che aveva accettato il decreto imperiale, dovesse interessarsi perchè venisse annullato o cambiato. Fin d’allora si disse, che Malaspina sarebbe richiamato. Non senza grave difficoltà gli riuscì, di sistemare la vertenza con l’imperatore, che si mostrò offeso per le difficoltà sorte in Róma, allorché lo scoppiare della peste portò un inattese rinvio.2 Nel frattempo però seguì il richiamo di Malaspina. Il vero motivo di un tal provvedimento non è del tutto chiaro^ sicuramente decisivo per l’atteggiamento di Sisto Y in molte cose fu l’opposizione a quello del suo predecessore.3 L’imperatore Rodolfo II, presso il quale Malaspina godeva 1 Vedi Reichenberger I, xxxi, 116 s., 148. 2 In seguito la visita tu totalmente sospesa. Vedi Reichenberger I, 85 s., 88, 90 s., 125 s., 140 s., 144 s., 153 s., 160 s., 199 s. 3 Hirn nella sua dissertazione su Reichenberger neH'AUg. Literatur-blatt (ter osterr. Leo-OeselUehaft XVII, 621, dubita che il richiamo di Malaspina sia stato causato dalla sua accettazione dell’imperiale decreto della visita, e suppone, che le iniziative del nunzio per la sovvenzione pontificia a Rodolfo, gli abbiano minato il terreno.