La villa Montalto. 425 e poco dopo altre due per costruirvi una villa.1 Fu chiaramente l’incantevole posizione che lo attirò: a nord le gigantesche terme di Diocleziano, verso sud la chiesa prediletta del cardinale, imbrunita dal tempo, S. Maria Maggiore. Impareggiabile era il panorama, che si apriva su di una gran parte della città, su la vasta campagna e su la corona di monti che la circondavano. Nella pianta di Eoma di Du Pérac Lafréry del 1577 non si trova ancora alcuna traccia della villa Montalto. Quindi la costruzione dovette venir cominciata dopo quest’anno.2 II punto centrale lo costituiva il palazzetto Felice, una graziosa casa di campagna costruita da Fontana, con bella loggia di ingresso. Fontana tracciò anche i disegni per l’ampio giardino e per il parco, disposti geometricamente. Le piantagioni le dirigeva personalmente il cardinale,3 un lavoro, che lo riportava alla sua primissima gioventù, poiché a Grottamare aveva coadiuvato suo padre nel giardino. La villa Montalto nel 1581 era a tal punto che il cardinale potè abitarla.4 Essa dai Peretti nel 1655 passò per eredità ai Savelli e nel 1696 fu acquistata dal cardinale Negroni: era una delle più splendide in tutta Eoma, celebre sopra tutto per i suoi bei gruppi di alberi. Dopo che essa già dopo l’acquisto fatto da Negroni ebbe perduto molto della sua bellezza, la sua rovina venne decretata allorché nel 1784 fu acquistata dal commerciante toscano, cupido di guadagno, Giuseppe Staderini. 6 La massima parte delle statue fu allora venduta, abbattute le splendide piante. Solo l’imponente viale di cipressi, alla cui ombra un giorno passeggiava il cardinale Peretti, restò risparmiato dalla scure del legnaiuolo. Alla progressiva rovina solo fu posto fine, allorché nel 1789 il principe Camillo Massimo acquistò la villa mutilata e inselvatichita; anche in questo stato essa restò bella e veneranda 6 e trasportava vivamente il visitatore in dietro ai tempi di Sisto Y, il cui stemma si ripeteva ovunque, nelle fontane, come negli affreschi del portico, delle scale e delle stanze. La fine della villa si avvicinò, quando al principio dell’anno sessantesimo del secolo 1 Vedi Massimo, Notizie stor. d. Villa Massimo alle Terme Dioclesiane, Roma 1836, 23 s. In quest’opera basata su profonde ricerche archivistiche, del principe Vittorio Camillo Massimo, morto quasi settantenne il 6 apirile 1873, che si rese anche in altre cose benemerito della storia di Roma, sono unite tutte le notizie sulla villa (cfr. Reumont neWAllg. Zeitung 1873, Nr. 104). 2 Escher (in Tkie/mes Kiinstlerlex. XII, 175) anticipa la data della costruzione. 3 Vedi G. G ualti: itius, Vita Sixti V, presso Massimo, Notizie 26. 4 Cfr. Fontana, Trasportazione I, 3lb, ove è la riproduzione e la pianta del palazzetto, prima dell’innalzamento al trono di Sisto V. 5 Vedi Keyssler, Beine II, 143. Kevssler vide ancora in un ambiente secondario del palazzo delle Terme imbalsamato il cavallo, che Sisto V soleva montare. 6 Vedi Burckhardt, Cicerone II, 2 5, 859.