120 Sisto Y. 1585-1590 — Libro I - Capitolo III. quattro gesuiti con i cardinali dell’ Inquisizione Romana. Una lettera in cui ordinava all’inquisizione di Spagna, di non procedere più oltre sino a nuovo avviso nel processo dei quattro gesuiti, fu però fatta trattenere da Sisto V ; 1 al contrario il nunzio di Spagna Speeiani dovette presentare al principio del marzo 1587 un breve al grande inquisitore, il Cardinal Quiroga, in cui probabilmente, venivano chieste informazioni sul processo. Come sembra, questo primo intervento del papa non fece su Quiroga l’impressione attesa. Egli andò su tutte le furie, che i Gesuiti avessero osato rivolgersi a Roma. Perchè i quattro gesuiti fossero in carcere, egli sul momento non lo ricordava, ma sapeva, che il loro arresto era giustificato. Come Quiroga così gli altri inquisitori furono assai irritati' per i passi fatti da Aquaviva presso il papa. 2 Frattanto giungeva in Roma la notizia del sequestro delle bolle pontifìcie. L’onore stesso della Santa Sede veniva offeso con questo, onde Sisto V, ritenne opportuno un contegno più severo. Con tono reciso egli fece imporre da Busti cucci al grande inquisitore, di restituire i libri avuti e di non proseguire il processo contro i quattro gesuiti. 3 Mentre questa nuova lettera era ancora per via l’ira contro le mosse di Aquaviva trascinava di nuovo l’Inquisizione ad altri abusi. Il provinciale aveva redatto una specie di salvacondotto per due gesuiti spagnuoli, che, passando per Roma, dovevano recarsi nella Transilvania, dove la peste aveva rapito più di trenta dei loro confratelli. Allorché però entrambi giunsero a Valladolid, parve prudente a quei gesuiti, che prima venisse dato loro solo un passaporto per Roma, che di là forse verrebbe apprestato un secondo per la Transilvania. Jerónimo di Acosta aveva avuto dal provinciale più fogli in bianco con la sua firma ; in uno di questi egli scrisse il salvacondotto per Roma e ritenne quello primitivo. Il cambiamento sarebbe stato senza conseguenza se Valladolid non avesse ospitato due dei capi dei gesuiti riformatori, Dionisio Vasquez ed Enrico Enriquez. Essi andarono tosto all’inquisizione, si lamentarono della crudeltà di inviare giovani gesuiti fra gli eretici della Transilvania, presentarono il cambiamento del foglio di viaggio come cosa di inganno e di malizia. 4 L’Inquisizione trovava ora l’occasione per far pagare ai gesuiti ' il fio dei loro passi in Roma. Il 29 aprile 1587 scrisse al Re su la 1 Dietro uno scritto di Aquaviva presso Astràin 391. 2 Ibid. 292. 3 La quale (la lettera pontificia) venendo tanto resoluta, che non si procedesse più oltre qui in questa causa, et che si restituissero li libri che si erano levati alli sudetti Padri, fece gran paura al Cardinale. Speeiani a Eusticucci il 3 giugno 1587, presso Astràin 393. 4 Ibid. 393 ss.