Nuovo ordinamento delle Congregazioni (1588). 191 Sebbene fosse questa un’istituzione, che allo stesso tempo moltiplicava l’autorità del papa e contribuiva al suo consolidamento, pure d’altra parte faceva che i cardinali venissero adibiti in maniera molto più intensiva che per l’innanzi, al disbrigo del governo della Chiesa e dello Stato.1 Per quanto autoritario si mostrasse Sisto V ripetutamente con i cardinali2 pure egli non intese nè limitare nè impedire le discussioni orali in concistoro,3 Al contrario egli le amava ; cercava anzi renderle più facili ; ad una cosa sola teneva, e ciò giustamente, ad un ordinato svolgimento degli affari. Per ciò nel suo concistoro del 5 novembre 1585 abolì l’abuso, che al principio del concistoro i cardinali si stringessero attorno al papa, per presentargli i loro desideri ed istanze. A ciò essere assegnate le udienze private, disse egli giustamente, che concedeva con larghezza. Allo stesso tempo egli ingiunse, che ogni settimana avesse luogo un concistoro. Egli vi aggiunse l’esortazione, di preparar meglio gli argomenti da trattare, di esporli senza prolissità e senza inutili ripetizioni, ma neanche tanto in breve, come pure nei discorsi, di osservare l’ordine stabilito.4 Anche dopo 1’ attuazione del nuovo ordinamento, che naturalmente limitava il numero degli oggetti da trattarsi in concistoro, Sisto Y volle che i concistori avessero luogo regolarmente ogni mercoledì, qualora pure non vi fosse da sbrigare alcun grande affare, mentre allo stesso tempo insistette perchè anche le Congregazioni si riunissero ogni settimana.5 Parimenti non son giuste le lagnanze contro Sisto Y per il poco conto che faceva dell’ opinioni, che venivano espresse dai cardinali. È invece dimostrato, che in piena corrispondenza colla persuasione che egli aveva della dignità dei membri del Sacro Collegio, si consigliava con loro, spesso adattava i suoi pareri ai loro, e nelle decisioni importanti, poneva il più alto valore al consenso del concistoro.6 I cardinali alla lor volta non si lascia- 1 Vedi Herre 373, il cui calmo giudizio fa simpatico contrasto colla parzialità, che Broscii (I, 285) dimostra pure qui. L’opinione che egli sostiene, che sotto Sisto V le comunicazioni che vennero fatte ai concistori, e le decisioni che avevano da prendere, diminuirono sempre di numero ed importanza, viene smentita dagli Atti concistoriali, che Brosch trascurò di consultare, benché gli sarebbero stati facilmente accessibili nelle biblioteche in Roma, perfin in parte pure stampati negli Anal, iuris Pontif. del 1872. 2 Cfr. Acta consist. 842, 843, 846. 3 Vedi Hübner II, 4 s. 4 Vedi * Acta consist. card. 8. Severinae nel Barb. XXXVI, 5, P. II, p. 218 s., Biblioteca Vaticana. 5 Vedi ibid. P. Ili, p. 48 e Gulik-Eubel III, 55. Incomprensibile è come K. Wenk nel suo saggio sullo sviluppo del Collegio Cardinalizio possa sostenere, che Sisto V non abbia « quasi più riuniti i cardinali in concistori »- (Preuss. Iahrb. LUI, 449). 8 Vedi Hübner II, 5.