542 Libro II - Capitolo II — Gregorio XIV (1591). ut petitur. Ma di fronte ai poteri straordinariamente ampliati del segretario di Stato emersero tosto nel Sacro Collegio le più gravi preoccupazioni di carattere personale ed oggettivo. Fu esposto a Gregorio XIV, che i suoi predecessori avevano ceduto la segnatura Fiat ut petitur, solo in caso di gravissima malattia, se non piuttosto avevano preferito rinunziare alla sottoscrizione delle suppliche. Il papa riconobbe, di essere andato tropp’oltre e tolse di nuovo quella concessione al cardinale.1 Del resto nelle condizioni di sofferenza fisica di Gregorio XIV, restò al cardinale Sfondrato la direzione della maggior parte degli affari di governo. Xella impossibilità di provvedere al bisogno del popolo romano, per il quale tanto affliggevasi il papa, il cardinale cercò, per quanto gli fu possibile, di nascondere a questi il vero stato delle cose. Allorché il popolo ai primi di febbraio prese d’assalto i granai al Pantheon, a piazza Giudea ed a Campo di Fiori, Gregorio XIV non ne seppe nulla. 2 Ma solo per breve tempo potè restargli nascosta la situazione disperata del popolo di Poma. Allorché egli l’il febbraio 1591 si fece portare in portantina a S. Maria Maggiore si accorse chiaramente del malcontento del popolo.3 Ciò che il segretario di Stato trascurava, fu riparato da un semplice parroco di Poma, descrivendo con franchezza al papa i bisogni dei suoi sudditi. 4 Si cercò di provvedere alla mancanza di viveri con l’importazione di grano e di bestiame, e con la distribuzione di buoni per il pane. Ma questi non fecero buona prova l’importazione dall’estero fu impedita da tempeste di mare.5 Il papa tolse nella quaresima il precetto dell’astinenza, onde la popolazione potesse nutrirsi abbondantemente con carne. 6 Xon ostante le grandi somme, che egli adibì per l’acquisto del grano, furono a tale scopo 1 Vedi l’articolo di P. M. Baumgarten nella Eòm. Quartalschr. XXIV 91 s. Cfr. su ciò ancora la Relazione estense presso Ricci II, 61. 2 Vedi * Avviso del 6 febbraio 1591, Urb. 1059, I, 64l>, Biblioteca Vaticana. 3 Vedi * Avviso del 13 febbraio 1591 ibid. 77. Cfr. Martinori 72. 4 Vedi * Caelii Spetii parochi S. Maria® in Publicolis de Urbe oratio ad Gregorium XIV P. M. de veritate dicenda. Vai. 5514, pp. 44-51b. Populus Romanus, ivi è detto, pania ac frugum precio in dies magis crescenti rerum penuria mendicare cogitur. Hic est Urbis status. Ancora peggio si mettevano le cose nelle provincie, ciò che l’autore spiega coll’esempio dell’Umbria. Anche qui era la causa il tempo anormale: Nive caeloque dilapsa geluque in arbores confìrmato vites omnes, olivae omnes interiere. A questo si aggiunse l’impedimento dell’importazione a causa delle nuove imposte. Biblioteca Vaticana. 5 Vedi gli * Avvisi del 27 febbraio 2 e 13 marzo 1591, Urb. 1059, I, 109, 114, 149. Cfr. ibid. 214 1’* Avviso del 13 aprole 1591. Ieri terminarono i bollettini per il pane (cfr. intorno ad essi Cicarella, Vita Gregorii XIV), che probabilmente furono emessi, acciocché il pane fosse assicurato sino alla prossima raccolta Biblioteca Vaticana. 6 Vedi Cicarella loc. cit.