348 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI. per la convocazione di un sinodo diocesano. Per quest’uomo gracile ed abituato al cbma d’Itaba, il viaggio fu tanto più faticoso in quanto fu fatto nel cuore dell’inverno, che era straordinariamente freddo, attraverso il bosco inospite delle Ardenne. Per il corpo esausto del nunzio fu questo l’ultimo colpo. Allorché Bonhomini ai primi di dicembre giungeva in Liegi, suo soggiorno preferito, egli era un moribondo. Come un fedele soldato, così scrive Lavinus Torrenzio, egb non ha risparmiato la sua vita nè si è preso alcun riguardo, quando poteva esser d’aiuto al popolo cristiano. Sebbene esauste le sue forze fisiche, non lo era però la sua energia. Mentre egli preparava la stampa dei decreti del sinodo di Liegi, il Signore richiamò a sè il suo servo (25 febbraio 1587). Gli ultimi giorni di Bonhomini furono così edificanti come l’intiera sua vita. Il suo biografo ci riferisce, che ammalato gravemente, non ostante l’ingiunzione dei medici, non volle lasciare la rigorosa osservanza dell’astinenza quaresimale. Prima della sua morte egli volle fare ancora una volta la solenne professione di fede tridentina. 1 Sisto Y che aveva preso vivissima parte ahe fatiche di Bonhomini, aveva in animo di conferire la porpora a quest’uomo il cui nome si ricongiungeva indivisibilmente alla vittoriosa repressione del più pericoloso attacco protestante nelle terre cattohche del Reno. Nel concistoro del 6 aprile 1587, il papa lamentò la morte di quest’uomo appena cinquantenne, che consunto dal zelo per la salvezza delle anime, non risparmiando alcun sacrificio in beni e salute, aveva lavorato talmente senza tregua a vantaggio del popolo cattolico, che a lui spetterà in tutti i tempi un posto d’onore fra i nunzi della Germania. Si fece giustamente allusione, ai risultati che avrebbe potuto ottenere la riforma e la restaurazione cattolica in Germania, se al posto di un Ernesto di Baviera, e di un Volfango von Dalberg, avessero seduto su le sedi arcivescovili di Colonia e di Magonza, uomini come Carlo Borromeo e Bonhomini. 2 3. Con uno spirito di sacrificio che rivela il discepolo e il compagno di sentimento di Carlo Borromeo si era dedicato Bonhomini al compito riformatore, che era stato il primario scopo della nunziatura di Colonia, allorché lo rapiva la morte. Egli trovò in Ottavio Mirto Frangipani vescovo di Caiazzo, un successore, 1 Vedi Compie rendu de l’Acad. de Bruxelles III, 11 (1870) 212; Ehses-Meister I lix s.; Eiises II, 522 s. 2 Vedi Eiises-Meister I, lix s. Cfr. Colombo, Bonomi, 86 s., 102 s.