309 Il mesto convoglio, rientrando in patria non recava trofei di vittoria, ma una spoglia di dolore, che per quanto gloriosa e onorifica, oscurava 1’ aurora di rinascenza nei suoi inizi e disorientava 10 spirito pubblico ai primi palpiti di vita nuova. Il luttuoso epilogo eccitò sentimenti di rimpianto per l’infruttuoso sacrificio di tanto eroismo e per la mancata vittoria (1) : seminò lo sgomento, cogliendo in anticipo ima situazione non ancora esperi-mentata all’ imprevisto. Per buona ventura era ancor vivo, se non vegeto, il vecchio duca Giovanni. Per quanto assente dalla vita pubblica e ridotto a fantasma, restava sempre il simbolo vivente della perenne continuità di governo. La sua presenza semplicificò il problema e lo risolse. Tutti gli sguardi conversero sopra di lui, perchè egli uscisse dal silenzio e rioccupasse 1’ alto seggio, che di diritto gli spettava (2). L’acclamazione popolare lo riaccompagnò dalla dimora privata al palazzo di governo : ed egli si sobbarcò, sebbene affranto, perchè ciò esigeva il dovere civico, ma anche perchè era riconoscimento di un suo imprescritto diritto. La legge e la coscienza gli imponevano di intervenire per risolvere la crisi con la sua persona. Il ritorno alla vita pubblica attiva era appena transitorio, ma sufficente e necessario a prevenire eventuali disordini e ad assicurare la stabilità del regime. Non altro era il compito, che le circostanze gli assegnavano. Esso tuttavia era giustificato dal presupposto giuridico, che nella sua figura riconosceva 11 legittimo interprete dell’ autorità sovrana, legalmente investito dell’ alta dignità. Sotto la sua guarentigia si rinnovò e si perfezionò la procedura di pochi mesi addietro (3). Il popolo fu chiamato a designare (1) Il diacono Giovanni (Chronicon cit., p. 129) tesse entusiastico elogio di questa breve eroica vita : fuit aulem vir bellicosus et audax, sapiens et amodum largus ; ecclesiam vero in tantum frequentane, ut nullo tempore divino carerei officio. Il suo corpo, furtivamente sottratto ai nemici, fu trasportato a Grado dal tribuno Andrea e deposto tre atrio ecclesiae. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 129 : Tunc domnus lohannes dux, quamvis infirmus, deprecante populo, ad palatium r ediit. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 129 : sed diucius stare nolens, li -centiam populo d ed it ut, constitueret s ibi due em qu ero vellet. tunc omnes parxter diqeru.nl sibi Petrum, nobilem virum ecc.