Risultati limitati di Puteo in Boemia e nell’Austria. 359 canonici protestanti di Colonia, che come questi erano stati scomunicati nominalmente, si impadronirono con le armi dei loro benefici e costrinsero i canonici cattolici, di recarsi a Zabern dal loro vescovo.1 In questa lotta, per i protestanti trattavasi non solo delle persone dei canonici che erano in causa, ma anche del principio dell’indipendenza. La nobiltà protestante, voleva conservare il suo diritto nei capitoli cattedrali, come, comodo e lucroso mezzo di provisione per mettervi i suoi figli cadetti. Per ciò i canonici protestanti di Strasburgo trovarono anche altrove presso l’aristocrazia e i principi ligi al protestantesimo un pronto appoggio: l’imperatore però si dimostrò troppo pauroso e debole, per salvaguardare ai cattolici il loro diritto, ed ai suoi comandi l’ubbidienza.2 L’importanza della lotta fu ancora accresciuta per la posizione geografica di Strasburgo. Il vescovo del luogo e il duca Guglielmo di Baviera raccomandarono a Roma provvedimenti energici contro gli attacchi di Gebardo Truchsess e dei suoi aderenti. Come sembra Sisto V, non comprese tutta intiera l’importanza di questa lotta,3 poiché i torbidi francesi, dall’esito dei quali, dipendeva l’esistenza della Chiesa cattolica nell’Europa dell’ovest, lo assorbivano intieramente. Il fatto è che egli si contentò dell’opera dei suoi nunzi in Praga Colonia e Lucerna, senza concedere i sussidi pecuniali richiesti dal vescovo. Oltre la sua nota economia, vi concorse sicuro anche la riflessione, che sperava su di un risultato con l’esecuzione del bando, mentre un’azione bellica del vescovo, possibile solo con il denaro, era un impresa rischiosa.1 In Boemia Puteo non potè conseguire quasi nessun risultato. Il nunzio dovette adoperarsi a gran pena per indurre l’arcivescovo Medek, di Praga a dar relazione a Roma su le condizioni della sua diocesi. Questi stesso tracciò un’immagine, che non corrispondeva alla verità.5 Puteo si lagna ripetutamente della trascuranza nel governo pastorale da parte dell’arcivescovo di Praga, in par-ticolar modo riguardo alla sacra visita ed alla sua indifferenza di fronte al protestantesimo ed agli Ussiti. Il contegno dell’imperatore e dei suoi consiglieri ostacolò il miglioramento sospirato da Puteo. Anche nell’Austria Inferiore, durante la sua nunziatura, la restaurazione cattolica fece solo lenti progressi, non ostante l’impegno dell’arciduca Ernesto e di Klesl, principalmente perchè si faceva difetto di buoni preti, per sostituire gli espulsi pastori 1 Vedi Janssen-Pastor V, 114 s. 2 Cfr. Ehses-Meister I, lxxxiii s. 3 Lo rileva spiccatamente G. Wolf nella sua discussione sul 1. Voi. della Nunziatura di Colonia nelle Mitteil. aus der hist. Lit. XXVI, 345. 4 Vedi Ehses-Meister I, lxxvii e Schmidlin 403 s. 5 Schmidlin (150 s.) non lo poteva riconoscere perchè allora le, relazioni di Puteo non erano conosciute.