208 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI, Quando Sisto V in maniera cortese 1 comurdcò all’ambasciatore di Francia la definitiva nomina di Frangipani a nunzio in Parigi, questi non osò disapprovare, cosicché il papa concluse, che egli vi acconsentiva. A ciò corrisponde pure, che Vivonne scrisse al suo re, che egli poteva stare contento. 2 Ma nel frattempo il cardinale Este, che era stato guadagnato da Medici per impedire la nomina di Frangipani, aveva già fatto per questo dei passi decisivi in Parigi. La conseguenza fu, che Frangipani al suo arrivo a Lione trovò una lettera del re di Francia, che gli significava, di non proseguire il suo viaggio. Vivonne ricevette il delicato incarico di partecipare al papa questa funesta decisione del suo sovrano. Fatto ardito per le preesistenti testimonianze di favore credette di poter facilmente compiere quest’incarico, e ciò tanto più, poiché sperava, che la notizia della pace conclusa il 7 luglio 1585 in Nemours fra Enrico III e la lega, giunta proprio allora, sarebbe riuscita graditissima al papa. Egli tenne la cosa per così sicura, che si azzardò perfino di chiedere un sussidio pecuniario per il suo re, dacché oramai i cattolici francesi si erano uniti contro gli Ugonotti. Quindi aggiunse la domanda, di dar corso alla protesta di Enrico III contro Frangipani. Sisto V si mostrò al sommo meravigliato, e non nascose la sua indignazione. Riguardo al trattato egli notò secco, che bisognava prima conoscerne le condizioni ; la repulsa di Frangipani poi egli la considerò per un attentato alla sua propria dignità come pure a quella della Santa Sede. All’allusione di Vivonne sull’unione di Frangipani con i Guise egli rispose con la giusta osservazione, che questo rimprovero era più che strano in un momento in cui il re ha fatto la sua pace con la lega. 3 Dopo che Sisto V ebbe ricevuto da Frangipani precise informazioni sull’oltraggio ricevuto, egli si decise ad un energico passo per la tutela del prestigio della Santa Sede. Allorché Vivonne si presentò il 26 luglio per l’udienza pontifìcia, gli fu comunicato, che il papa non poteva riceverlo, e che piuttosto gli imponeva di lasciar Roma, entro ventiquattro ore, ed entro cinque'giorni lo Stato della Chiesa.4 Il 29 luglio il papa stesso dette comuni- 1 Cfr. Biaudet, Nonciatures 54, n. 4. 2 Vedi Bremond 182. Secondo la * Relazione di C. Capilupi del 19 giugno 1585, l’invio di Frangipani era allora deciso. Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi la relazione di Vivonne del 23 luglio 1585 presso Bremond 183, s. Intorno alla pace di Nemours v. De Barthélemy nella lievue des quest, hist. XXVII (1880) 465, s. 4 Per il seguito, oltre gli scritti addotti da IIubner (1, 312) cfr. ancora quelli di Giov. Alberti presso Desjardins V, 12 s., e le * Relazioni di C. Capi-lupi del 27 e 31 luglio e del 3 e 7 agosto 1585, Archivio Gonzaga in Mantova.