436 Sisto V. 1585-1590 —- Libro I - Capitolo Vili. vere questa divozione Sisto Y fece un passo importante. Con bolla del 13 febbraio 1586 ordinò in primo luogo che le funzioni stazionali,1 completamente trascurate dal secolo xiv, e che allora avevano luogo soltanto in S. Pietro, fossero ristabilite con la partecipazione della cappella pontificia anche per le altre basiliche, sostituendo alla troppo lontana Chiesa di S. Sebastiano sulla Via Appia, quella di S. Maria del Popolo. Nella bolla il papa dice espressamente che per facilitare la visita delle venerande basiliche aveva già tracciato strade larghe e dirette.2 Un affresco della Biblioteca Vaticana3 mostra la nuova Roma a volo di uccello. Qui si riconosce chiaramente l’idea che dominò nella sistemazione stradale di Sisto V: « Una grandiosa rete di strade, che congiunge fra loro in prospettive da lungi visibili le Chiese principali di Roma illustri per la loro antichità, viene stesa su tutta la città e i nodi stradali distinti con manifesta impressione dell’innalzamento di Obelischi. È il concetto di una trasformazione intelligente di Roma, nel più grandioso santuario di tutta la cristianità, che trovasi a base del vasto programma edilizio della città».4 Fu lo spirito della restaurazione cattolica, che rivelavasi in tutti i campi, che diede l’impulso alla grande trasformazione di Roma eterna, che allora, anche esteriormente, per la terza volta nel corso della sua lunga storia, si presentò come la capitale d’un mondo.5 Va definito una speciale fortuna il fatto che per l’esecuzione dei suoi vasti disegni sulla trasformazione di Roma il papa potesse avere al suo servizio un uomo così versatile come Domenico Fontana. Già costruendo la Villa Montalto egli s’era addimostrato maestro nel creare ampie prospettive piene d’effetto per i loro punti finali e di partenza. Ciò che in quella villa aveva eseguito in piccolo, potè egli ora esperimentare in grande. È merito del papa 1 Inteiidovami con ciò le processioni di penitenza, già ordinate con più precisione da Gregorio Magno, che venivano tenute in certi giorni, in distinte chiese, nelle quali poi aveva luogo una messa solenne. 2 Vedi Bull. Boni. Vili, 663 s. Cfr. pure Gualterius, * Ephemerides, B i-blioteca Vittorio Emanuele in Roma. La Bolla del 13 febbraio 1586 fu pubblicata il 15, cfr. * Diarium P. Alaleonis, dove viene osservato quale res nova, che il papa in quel giorno aveva annunziato. « Dominio» proxima, quae prima erit in quadragesima, sacram stationem celebrabirnus apud S. Mariam de Populo, ut quae pia devotione precamur, eiusdem Dei Genitricis suffragantibus meritis et intercessionibus impetrare valeamus » (Barò. 2814, Biblioteca Vaticana). Cfr. l’elogio caratteristico per quei tempi, di Panigarola, intorno alla rinnovazione dell’usanza delle stazioni, presso Berthter, 8. Sabine, Roma 1910, 89 s. 3 Cfr. più sotto p. 441 n. 4. 4 D. Frey a p. 43 della dissertazione menzionata sopra a p. 415 n. !• 4 Giudizio di Ranke (I8, 307). Cfr. ora pure Orbaan, Documenti xvni.