572 Libro II - Capitolo II — Gregorio XIV (1591). atteso che la crisi di Francia aveva assorbito la principale attenzione di Sisto Y. Un vasto progetto, di riprenderli di nuovo nella maniera grandiosa di Gregorio XIII, vien fatto in un memoriale, che al principio del .1591 presentò al papa, il cardinale Federico Borromeo.1 L’autore probabilmente è l’instancabile Possevino, che fin dal 1587 insegnava nell’università di Padova. Xeh’intro-duzione viene salutata l’intenzione del nuovo papa, di riprendere i pagamenti per i collegi dei Gesuiti di Fulda e Braunsberg sospesi fin dal 1590; come i restanti istituiti di educazione, così anche i menzionati esser di somma importanza per il mantenimento e la diffusione del cattolicismo: Fulda per la Sassonia, Braunsberg per la Prussia, poiché per le loro eccellenti qualità anche molti nobili protestanti facevano studiar ivi i loro figli. L’autore del memoriale raccomanda sopratutto che vengano rinvestite le nunziature dell’alta Germania e deha Svizzera. Poiché il nunzio alla corte imperiale è legato fermamente al suo posto, e non può, come gli altri nunzi viaggiare secondo i bisogni, viene suggerito, di mettergli al fianco a questo scopo una persona adatta. Giacché i nunzi debbono figurale in corrispondenza della dignità della Santa Sede, viene insistito su la necessità di inviare o soltanto ricchi prelati, o di accrescere gli assegni sin’ora in uso. Allora essi potrebbero visitare anche tutti i principi cattolici ecclesiastici e secolari, e così informarsi personalmente su lo stato delle singole parti dell’impero nel chè i Gesuiti sarebbero in grado di prestare importanti servigi. In secondo luogo viene insistito su la necessità di istituire di nuovo la congregazione tedesca, alla quale si raccomanda di chiamare non troppi cardinali, e dei prelati quelh che conoscevano la Germania dietro permanenza personale. Un progetto molto benemerito del memoriale riguarda l’opera pastorale nella Diaspora tedesca, del chè meglio di tutto può essere incaricato non un nunzio, ma una personalità un poco inferiore, che senza dar nell’occhio possa prendersi cura dei bisogni spirituali dei cattolici abbandonati nel mezzo di territori intieramente protestanti. In molti luoghi ci sono ancora cattohci, restati fedeli alla loro fede, che ora non hanno alcuna occasione, oppure incontrano le più grandi difficoltà per ascoltare una predica e per ricevere i santi sacramenti. Di cattohci così abbandonati se ne trovano in Ulma intorno a duecento, anche a Norimberga e Vit-temberga ci sono ancora di cattolici cui nessuno « spezza il pane ». Con quest’opera pastorale della Diaspora, potrebbe venir congiunta una visita di quei monasteri femminili, che ancora si son conservati in luoghi e città cadute del tutto nel protestantesimo. 1 Vedi il * Testo nell’Appendice n. 94, Biblioteca Ambrosiana in Milano.