Bibbia poliglotta e versione dei Settanta. 153 A ciò si aggiunse che la mancanza di mia tipografia in grande stile si rendeva penosamente sensibile. Paolo Manuzio venne esposto in Eoma ad alcune ostilità e perciò egli aveva consegnato la sua officina al popolo romano, e lasciato la Città Eterna. Fu quindi proposto di nuovo a Gregorio XIII, che volesse chiamare in Roma dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia specialisti capaci, e finalmente avviare la stampa della bibbia latina.11 progetti restarono ineseguiti, ed anche sotto Gregorio XIII il mondo dovette ancora attendere la bibbia latina richiesta con tanta urgenza. Le edizioni abbastanza buone di Plantin ad Anversa, offririno per il momento un compenso. 2 Ma se anche Paolo Manuzio in Roma non ebbe su le prime alcun successore, pure sotto Gregorio XIII venne impiantata un’altra tipografia, la cui opera doveva riuscire a vantaggio della diffusione della Sacra Scrittura. Nel suo zelo perle missioni orientali pensò il papa di far stampare scritti polemici e dottrinali nelle lingue di quei popoli, e farle diffondere nascostamente nelle nazioni, che erano chiuse ai missionari. Il Cardinal Medici gli offrì i mezzi per l’esecuzione di un tal progetto, cosicché nel 1584 si venne in Roma alla fondazione di una « tipografia Medicea per le lingue orientali». 3 II primo libro a stampa che essa dette in luce fu una versione araba dei quattro Vangeli. Per volere di Gregorio XIII essa avrebbe dovuto essere riprodotta in 18.000 esemplari, per poi trovare diffusione a mezzo di commercianti nelle terre di lingua arabica. 4 Non tenendo conto di piccole pubblicazioni, 5 fu ideata una grande bibbia poliglotta, che doveva venir edita in non meno di 11 lingue e in altrettanti volumi. • 1 Memoriale di Giovanni Carga al Cardinal Lomellini 1576, presso Baum-garten, Vulgata Sixtina 141-150; Hopfl, loc. cit. 116. 2 HÒpfl, loc. cit. 106. 3 Cfr. la presente opera, voi. IX p. 196. Tiraboschi, Storia d, lett. ital. VII, l. Roma 1784, 195 ; Gugl. Enr. Saltini nel Giorn. stor. degli archivi Toscani IV (1860) 257-308. Già nel 1581 vanta il tipografo Zannetti di Gregorio XIII, che a cura sua sieno stati fatti dei tipi di stampa di lingua etiopica, siriaca, armena e georgica. (HÒpfl, Vulgata 119, n. 1). ‘ Il Gran Duca ha dimandato lizenza a N. S. di possere fare stampare qua nella stampa di Sua Altezza la biblia in lingua siriaca, caldea, arabica, persiana et ethiopica per mandarne in quelle regioni a quei popoli che la desiderano per catechizzation loro. (Avviso del 17 gennaio 1590, presso Orbaan in A rch. Roni. XXXIII (1910) 311). Notizie intorno all’acquisto di caratteri arabi, armeni e di altre lingue presso Baumgarten, Neue Kunde 105. 4 Saltini, loc. cit. 259. Raimondi offri nell’anno 1610 al re di Spagna 3000 copie di questi evangelii (ibid. 260). Cfr. Zenker, Bibliotheca orientali* n. 1545. Secondo Zenker (n. 1570) sarebbe uscito già nel 1584 dalla officina medicea un breviario arabo per i Maroniti. Le prime stampe arabe in Italia sono un breviario, Fano 1514, e la traduzione della formula di fede Tridentina iussu Pii V in collegio soc. Jesu 1566 (Zenker n. 1566, 1569). 5 Essi apparvero solo sotto Clemente Vili ; cfr. Saltini, loc. cit. 272. 6 Saltini nel Boll, ital. degli studii orient. X. S. n. 22.