Il papa su gli ultimi avvenimenti in Francia. 223 Gritti osservò, che se Guise era giunto a Parigi eon solo otto nomini a cavallo, ciò dimostrava appunto la sua precedente intesa con la città. Il re aveva certo commessi degh errori, ma ora non si trattava di fare la critica dell’accaduto, ma di rimuove il male. Sisto Y avanti fece rilevare che egli aveva inviato ;i Guise la più viva esortazione, di sottomettersi al re. 1 Vivonne, l’ambasciatore francese, descrisse al papa in maniera particolareggiata e vivace l’oltraggio che dai Guise era stato arrecato al re. Secondo l’incarico ricevuto egli fece accenno al fatto che il re nella sua disperazione potrebbe gettarsi nelle braccia di Navarra. Il papa sali su le furie ed osservò « Se è vero tutto quello che mi raccontate dei nemici del re, allora Dio li punirà ». Vivonne credette allora giunto il momento, di dover presentare la domanda, che il papa si pronunciasse apertamente in favore del re, emanando subito tre brevi : Ad Enrico III, ::1 clero francese, ed un terzo molto risentito, ai collegati. Il papa credette che occorresse ancora rifletterci, bene. Insistendo Vivonne di nuovo, replicò il papa « piano ! i brevi pontifici non vengono mica tirati col martello. Noi però siamo pronti a nominare una congregazione per esaminare gli affari di Francia ». 2 Altrettanto disse il papa al cardinale Ioyeuse, cui allo stesso lempo assicurò, che i collegati molto a torto si vantavano di un breve, che approvava la loro condotta « essi questo non lo riceveranno mai ».3 Quale indipendenza mantenesse il papa di fronte ad ambedue i partiti avversarli, lo dimostrò anche un altro episodio. Il nunzio Morosini, che si adoperava per un accordo fra il re ed il Guise, eomunicò, che i collegati speravano di costringere il re, stretto dalle angustie, ad accettare i decreti del concilio di Trento. Un tale risultato in sè e per sè sarebbe stato graditissimo al papa, ma egli non si lasciò adescare da tah lusinghe. Regolare quest’affare, disse egli a Vivonne, non è in facoltà dei collegati : essa è una questione, che deve essere decisa fra il papa ed il re. 4 Con grande imparzialità si espresse il papa anche nel concistoro del 15 luglio 1588, nel quale egli aderì al desiderio del re circa la nomina di un legato. Dopo aver lamentato con parole commosse lo stato della Francia che gli toglieva il sonno, lodò, senza pronunciare un giudizio su le intenzioni dei collegati, in ugual maniera, quanto essi, come pure Enrico III avevan fatto 1 Vedi Hübner loc. cit. 2 Vedi la relazione di Vivonne del 13 giugno 1588, presso Bremond, 225. 3 Vedi la lettera del Cardinal Ioyeuse del 13 giugno 1588, ibid. 226. 4 Vedi ibid. 226 s.