Attacchi agli appartenenti all’Ordine. 115 non stesse più nelle mani del generale rimandare e rifiutare la professione ad alcuno. Nel motivare queste pretese riforme dai malcontenti non fu fatto per niente il tentativo, di dimostrare le costituzioni del Loyola come inette allo scopo od imperfette ; al contrario essi esaltavano l’istituto della Compagnia di Gesù, con le espressioni più elevate, come santo e perfetto, per poi tosto dichiarare, che il tempo della già avvenuta decadenza non era più all’altezza di così elevate esigenze, e che occorreva per ciò adattare l’istituto del Loyola alla debolezza umana. 1 In realtà i rappresentanti della presunta riforma, per quanto si conoscono più da vicino, son tutti tristi figure di religiosi. 2 Per un’ulteriore motivazione delle loro richieste essi si riferivano alle istituzioni ed ai costumi degli altri ordini. Per ciò che particolarmente riguarda la richiesta di un proprio superiore, che dovesse essere indipendente dal generale di Roma, fu progettata sotto Filippo una cosa simile per tutti gli ordini della Spagna. La ragione di questo desiderio di indipendenza stava nella diffidenza degli spagnuoli contro Roma, ed inoltre nell’alto concetto, che essi si erano fatti su la purezza del loro proprio catto-licismo. Ciò che era puramente cattolico secondo il loro giudizio, nessuno lo comprendeva e lo sentiva meglio dello spagnuolo : il re di Spagna, era il re cattolico, le armi e l’influenza della Spagna gli unici sicuri sostegni della Chiesa cattolica nel mondo. 3 Dal contatto con le altre nazioni, fosse pure indirettamente per la via di Roma, lo spagnuolo temeva solo il detrimento della purezza della sua fede ; un memoriale di quei giorni richiede per tutti i rami degli ordini religiosi spagnuoli, generali. indipendenti da Roma, perchè altrimenti minacciava il pericolo dell’eresia. 1 Sotto l’aspetto dommatico i teologi spagnuoli difendevano indubbiamente con zelo i privilegi del Vicario di Cristo, ma della corruzione della curia di Roma si avevano preconcetti così esagerati, che tutte le decisioni di Roma venivano accolte con diffidenza e Melchior Cano giunse a pronunziar la sentenza che mal conosce Roma chi spera nel miglioramento di Roma. 5 Simili idee trovarono accesso fra i gesuiti spagnuoli, per mezzo 1 Cosi scrive Francisco Aureo uno dei capo difensori della «riforma» ; L’istituzione della Compagnia come l’aveva lasciata Ignazio de Lojola, il suo fondatore, è in sè così alta, perfetta e conforme all’evangelo che richiede degli uomini santi di vera e profonda umiltà, semplicità, veracità, franchezza e timor di Dio, di angelica ed apostolica purità e perfezione, i quali siano distaccati da se stessi e da ogni cosa terrena ». Astràin 419. 2 Ibid. 352-364. 3 Ibid. 100. 4 Ibid. 103 ; cfr. 115. 5 Ibid. 100.