Quttro gesuiti nel carcere dell’ Inquisizione. 117 fede contro il nuovo ordine. Il reale intervento dell’inquisizione sollevò poi tempeste, che durante tutto il governo di Aquaviva non si calmarono più, vi implicarono sempre nuove sfere su su fino al re ed al papa, dettero luogo alle due uniche congregazioni generali straordinarie della storia dei Gesuiti, e misero in forse tufta la sua esistenza. Nel marzo 1586 Antonio Marcén, fin poco prima provinciale di Castiglia ed ora provinciale di Toledo, occupato per l’esercizio del suo ufficio a visitare il collegio di Madrid, ricevette il 18 del mese indicato un ordine di presentarsi entro sei giorni all’inquisizione di Valladolid. Egli ubbidì ed appena presentatosi fu messo in carcere. Altrettanto accadde ad uno dei suoi compagni, il già rettore del collegio di Monterrey, e dopo alcuni giorni, ad un altro gesuita, pure egli dello stesso collegio. 1 Chiuse una volta le porte dell’inquisizione dietro di loro, .fu lo stesso che essi fossero spariti dal mondo. « Dei prigionieri, scriveva a Roma Villalba ; provinciale di Castiglia, noi non sappiamo nulla di più come se fossero nell’Indie ». 2 Non si sapeva, perchè essi fossero stati arrestati; solo nei quattro mesi successivi il mondo seppe che 21 gesuiti erano dovuti comparire per essere interrogati, e che alcuni di essi erano stati tenuti in arresto da due a tre settimane, per rispondere ad interminabili domande. 3 L’arresto dei tre Gesuiti sollevò una straordinaria sorpresa. L’anno innanzi la missione giapponese a Roma aveva sparso per tutto il mondo le lodi della Compagnia di Gesù. Adesso nella Spagna andava di nuovo il loro nome di bocca in bocca, ma questa volta coperto di vergogna, poiché l’inquisizione aveva da occuparsi di figli di quella Compagnia. Il chiasso crebbe ancora, quando il 26 febbraio dell’anno successivo, 1587, un quarto gesuita, Ripalda, il rettore del collegio di Yillagarcìa dovette condividere il carcere con i tre sumentovati. 4 L’urto per tutti questi incidenti partiva dal seno stesso dell’ordine, cioè dal gesuita Diego Hernandez di Monterrey. Alcune donne della città gli avevano comunicato, che un altro gesuita, Briviesca, avrebbe voluto indurle al peccato, che insegnava false dottrine, che permetteva loro di ricevere due volte al giorno la Santa Comunione, e che in quella porgeva ad esse più ostie. Hernandez ne informò il provinciale di Castiglia, Antonio Marcén, il quale sotto minaccia della scomunica esigette spiegazioni dall’accusato. Briviesca negò tutto, eccettuato la comunione con più ostie. Come risultò più tardi, egli era nel resto quasi sicura- 1 Astràin 376 s. 2 Ibid. 380. 3 Ibid. 4 Ibid. 377.