Opera riformatrice di Bonhomini nella Neerlandia. 347 tali per una riforma duratura.1 Quanto fossero necessari i provvedimenti per la riforma morale del clero lo dimostrò il processo contro l’abate di S. Lorenzo, nella cui rimozione e punizione, finalmente deliberata, Bonhomini non trascurò quello spirito di mitezza, che si addice al rappresentante del supremo pastore. Anche durante il tempo della sua assenza, egli non perdette d’occhio Colonia; non ebbe pace, finche il consiglio non espulse dalla città i ribelli calvinisti e non vi fu vietato loro l’ingresso per l’avvenire. Dopo la chiusura del sinodo il zelante nunzio, non ostante la sua indebohta salute, prese parte personalmente alla visita di quasi tutte le chiese e monasteri della diocesi di Liegi per completare così e rassodare l’opera della riforma.2 Nella primavera del 1586 Bonhomini si trattenne di nuovo nei Paesi Bassi onde preparare un sinodo provinciale per la provincia ecclesiastica di Cambrai. Questo fu tenuto nell’ottobre 1586 in Mons, sotto la presidenza sua e dell’arcivescovo di Cambrai, Luigi de Berlavmont. I decreti mostravano ovunque la più stretta unione con le riforme di Trento; solo si distinguevano da quelli emanati a Liegi perchè non fu solo come ivi promulgato il concilio di Trento, ed illustrato con i decreti del nunzio, ma vi venne raccolto in ventiquattro capi, e regolato da numerosi canoni, l’intiero campo della vita religiosa, come pure dei compiti sia episcopali che pastorali.3 Quanto efficacemente influisse lo stimolo dato dal Bonhomini, lo dimostrò il fatto, che fin dal 1589, il nuovo ed ottimo vescovo di Tournai, Giovanni Vendeville, seguì il suo esempio e tenne ugualmente un sinodo diocesano.4 L’instancabile nunzio, che si era ammalato a Mons, non appena guarito, non tralasciò di visitare anche la diocesi di Cambrai per dirigervi personalmente l’introduzione delle disposizioni sinodali. L’esito fu un cambiamento radicale dei costumi del clero. In quella circostanza fu pure riformato il celebre monastero di Lobbes.5 Da Lobbes Bonhomini si recò dall’ arcivescovo di Treviri, Giovanni von Schònenberg, a lui stretto da amicizia e da comunanza di sentimenti, con il quale egli aveva trattato fin dal 1585 1 Ehses-Meister I, lv 150, 152 s., 161 s., 166 n. 1; Ehses nel periodico Pastor bonus VI (1894) 236 s.; A. v. Hove, Les statuts synodaux liégeois de 1585 negli Anal. p. s. à l’hist. ecclés de la Belgique XXXIII (1907) 5 ss.; Pi-RENNE IV 529. Al sinodo di Liegi si riferisce pure una * Lettera di Bonlioinini al cancelliere di Treviri Giov. Wimpfeling, in data 1585 VI Cai. oct. (26 settembre), nel Cod. 107, Vol. II, n. 31 della Biblioteca del Ginnasio di Coblenza. 2 Vedi Ciiapea ville III, 540 Ehses-Maister I, lv 168 s., 170 s., 175 s., 186, 190. 3 Hartzheim VII 991 s.; Ehses—Maister I, lvii. Cfr. Gousset, Les actes de la 'province ecclés. de Reims III Reims 1844, 542 s. 4 Hartzheim VII 1036 s. 5 Vedi Ehses II, 521 s. Cfr. Pirexne IV, 487.