Il cardinale d’Aragona si schiera per il papa. 261 Essendo le cose andate tant’oltre, il papa per consiglio dei cardinali Gesualdo e Galli si decise di convocare per il 19 marzo (ina congregazione straordinaria, alla quale oltre ai cardinali della Inquisizione e quelli assegnati per il disbrigo degli affari di Francia, dovevano esser presenti altri quattordici cardinali, in tutti ventitré. Gesualdo e Galli ne fecero la scelta, cosicché i favorevoli alla Spagna erano in maggioranza. Il papa li lasciò fare. Olivares persino nella notte svolse un’attività febbrile per rendere favorevoli alle sue richieste i, membri della congregazione. 1 Il 19 marzo si presentarono tutti i cardinali chiamati alla congregazione ad eccezione di Santori, Garafa e Castagna. Santoli era ammalato gli altri due si fìnsero ammalati. In un discorso di più che un’ora e mezzo parlò di nuovo il papa su la situazione formulando tre questioni principali ; deve essere permessa la protesta del dottor Martos, come la dimanda l’ambasciatore di Spagna? deve venir lanciata la scomunica contro i cattolici aderenti al N'avarra ? devono venir sospese le relazioni con Lussemburgo’? Egli stesso propose a tale scopo una dilazione di quattordici giorni, sino al giungere della risposta di Navarra su la liberazione del Cardinal Bourbon tuttora prigioniero. Per la semplice approvazione delle richieste spagnuole si pronunciarono con generale meraviglia solo quattro cardinali : Gesualdo, Galli, Madruzzo, e Deza ; con particolare impetuosità Gesualdo. Il papa, che intervenne ripetutamente alla discussione, mise in luce in special modo la minacciante protesta, che egli non poteva ammettere, che invece conveniva ribattere, con i mezzi più estremi. A lui fu pienamente concorde il cardinale Colonna. Il Cardinal Mattei espresse la sua meraviglia che perfino il re di Spagna, il quale, pretendeva di essere il protettore dei cattolici si accingesse a procedere in questa guisa con la protesta, con il che si renderebbe scismatico. Impressionantissimo fu il discorso del cardinale d’Aragona. Attese le sue relazioni con la Spagna, proprio da lui si sarebbe aspettato il meno di tutti che si schierasse per il papa. Dapprima d’Aragona ricordò il suo giuramento fatto di versare il sangue se abbisognasse per il servizio della Chiesa. Dichiarò di esser deciso a dire la sua opinione senza riguardi, con la qual cosa credeva di agire in beninteso interesse del re cattolico, suo sovrano e benefattore, poiché nulla potrebbe riuscir di maggior danno a Sua Maestà della denunzia della dovuta ubbidienza a Sua Santità, e della protesta contro l’operato del Capo Supremo della Chiesa. Da ciò verrebbero a sorgere in tutto il mondo scandali e mali di una portata immensurabile, ma par- 1 Vedi Desjardins V, 89 s., 97 oltre alle relazioni di Niccolini. pure la * Relazione di Brumani del 24 marzo 1590 (Archivio Gonzaga in Mantova), nell’Appendice n. 70.