552 Libro II - Capitolo li — Gregorio XIV (1591). la bandiera pontificia, tutti abbandonerebbero Navarra.1 Avvenne proprio il contrario. I membri del parlamento di Parigi, di sentimenti Gallicani il 10 giugno 1591 dichiararono da Chàlons nulli ed invahdi i monitori pontifici ed ordinarono che fossero bruciati; dichiararono invalida l’elezione di Gregorio XIV, appellarono ad un futuro concilio e citarono Landriano come reo di alto tradimento. Enrico di Navarra, che sin ora prudentemente si era tenuto in disparte, grato di un tale modo di agire, invitò i membri del Parlamento che trovavansi a Tours ad una simile azione, confermando a mezzo di una dichiarazione del suo consigho di Stato, tutto quello che si sarebbe deciso in tal senso. « Il papa, così ivi vien detto, è diventato il zimbello della gente, che sotto il pretesto della religione cerca mandare in rovina il regno e la corona. Poiché che cosa ha che fare più la religione con la sua opposizione,, dopoché io più di una volta ho così solennemente promesso di non toccare in nulla e per nulla lo stato della Chiesa cattolica, apostolica, romana, e tale promessa fin d’allora ho mantenuto inviolata in ogni circostanza? Ma ora questi uomini senza coscienza, suggeriscono al papa, che io respingo senz’altro ogni istruzione ed ogni ammaestramento, e che cerco di introdurre nella comunità cristiana ognora più grande e più pericolosa novità. Essi sanno di mentire dicendo ciò. Poiché io assicuro di nuovo al cospetto di Dio che non desidero nulla tanto, quanto la convocazione di un hbero e santo concilio, o di qualunque altra adunanza, che sia in grado, di rimuovere la grande scissione fra le religioni. Io son pronto, di farmi istruire ed illuminare: la mia più grande ambizione è di imparare a conoscere la verità, e dì vederla concordemente servita da tutti i miei sudditi ». Su la base di quest’assicurazione Enrico negò ogni valore agli editti del papa, e li rinviò ai suoi tribunali ordinari, perchè si procedesse a loro riguardo, conformemente alle leggi dello stato.2 Tutte queste non furono affatto vane minaccie. I rappresentanti della Santa Sede andarono a trovarsi in una posizione pericolosissima. Landriano si vide nell’impossibilità di presentare il breve pontificio al cardinale Lenoncourt; Mayenne, cui si rivolse il nunzio, dichiarò, che il messo, che lo tentasse, si esporrebbe al pericolo della vita. Il cardinale Bourbon si ricusò di accettare il breve a lui diretto ovvero di rispondere ad esso !3 i membri del Parlamento che erano in Tours il 5 agosto dichiararono la nullità degli editti pontifici, e designarono il papa per uno sci- 1 Vedi la Relazione di Niccolini presso Desjardins V, 153. 2 Vedi Thuanus I 101; Meni, de la Ligue, IV, 267 s.; Stahelin 275 s. 3 Vedi L’Epinois 488, 492.