Una visita vescovile in vista. 125 sentita come un nuovo e fiero colpo. La fama dell’ordine così, come tosto spiegò Porres al re all’ Escurial, né soffrirebbe grave pregiudizio, il popolo ne prenderebbe profondo scandalo non appena penetrasse nel pubblico la notizia del breve pontificio. Porres per ciò chiese al re, qualora egli insistesse nell’idea di una visita, che essa almeno venisse fatta da due cardinali. Simili rimostranze egli fece presso il cardinale Quiroga. 1 Porres con le sue ragioni non fece grande impressione presso del re, ma pure Filippo esitò di fare eseguire subito il breve. Egli invero aveva fatto la proposta a Roma, che a lui stesso venisse rimessa la scelta dei visitatori, ma Sisto V non vi accondiscese, e aveva rimesso tutta la cosa nelle mani del nunzio di Spagna. Questi era conosciuto quale amico della Compagnia di Gesù, e perciò non accetto ai gesuiti riformisti. Dopo un vano tentativo, di ottenere quattro vescovi per la visita delle quattro provincie spagnuole, re Filippo II respinse il breve a Roma senza aprirlo, ed incaricò il suo inviato di domandare piuttosto il vescovo di Cartagena, Girolamo Manrique, quale visitatore. 2 Sisto acconsentì anche a questo progetto : il 5 marzo 1588 Quiroga ebbe il relativo breve in mano. Invano tentarono i gesuiti di indurre Manrique a rifiutare l’incarico a lui affidato, invano Porres fece pervenire al re nuovi memoriali. Il 9 giugno il breve pontificio fu consegnato al visitatore eletto.3 Una lettera di Rusticucci gli dava più particolari istruzioni, sul modo di tenere la visita, e che si dovesse cominciare con l’Ordine, che nominerebbe il re. Un’istruzione regia indicava i punti su i quali Manrique doveva cercare di far luce nel compiere il suo incarico. Egli doveva interrogare perchè i Gesuiti riguardo all’abito ed alle cerimonie esteriori divergevano dagli altri ordini, perchè essi non accettavano alcun compenso per le messe e per le prediche, perchè non avevano il coro, a che scopo la differenza dei voti, per qual motivo l’espulsione dall’ordine senza processo, perchè i superiori non venivano scelti con la votazione e perchè la direzione dell’ordine in tutto e per tutto era dipendente da Roma. L’inchiesta doveva perciò dunque riferirsi non alle persone, ma alla costituzione dell’ordine ; essa mirava alla sua distruzione. 4 L’ordine dovette anche questa volta la salvezza all’energia di volontà ed alla destrezza del suo generale. Poiché i memoriali dei malcontenti avevano esercitato tanta influenza sul corso delle cose, così Aquaviva incaricò i provinciali delle quattro provincie 1 Astràin 437 s. 2 Ibid. 438 g. 3 Ibid. 438-440. 4 Ibid.440 s.