490 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VIII. disposizione architettonica alle pareti ed ai pilastri, decorando con pitture la superficie delle pareti rimasta libera. Secondo i conti essi costarono 4582 scudi, e tutta la fabbrica 42,077.1 Ne abbozzò il piano il custode della Biblioteca Federico Rainaldi, fissandone l’ordinamento Silvio Antoniano, che, aiutato da Pietro Galesino, compose anche le iscrizioni.2 Disegnarono ed eseguirono le pitture l’orvietano Cesare Nebbia e il modenese Giovanni Guerra,3 che per i lavori particolari presero una grande schiera di collaboratori, fra cui Paris Nogari, Antonio Tempesta, Andrea Lilio e Ventura Salimbeni. 4 Non soltanto le pareti, ma anche tutte le altre parti della sala, i pilastri come le volte, vennero coperte di pitture illustrate da distici latini. La decorazione a fresco, oltremodo ricca, e in fatto di qualità disparata, e la chiara luce danno alla famosa Sala Sistina un aspetto festoso, ma non tranquillo e troppo colorito. Tutta la decorazione è caratteristica di quella pittura ornamentale frettolosa ch’era usuale sotto Sisto, amante della sollecita esecuzione dei lavori. Quale distanza dalle creazioni dell’alto Rinascimento ! « In luogo del principio seguito nel soffitto della Cappella Sistina o nella Sala di Costantino, qui è entrato un vario sistema di superfici dipinte e di grottesche, che copre con ornamento pareti e volte, ma che non più come sotto Raffaello si subordina rigorosamente all’architettura, al contrario anzi serve a far scomparire le funzioni dei membri architettonici ed a trasportare tutte le superfici in un mobile giuoco di linee e di colori ».6 Artisticamente molto ineguali e in gran parte insignificanti, gli affreschi sono tuttavia molto interessanti per il contenuto. Somigliano ad un libro illustrato aperto, che trasporta l’osservatore immediatamente entro il tempo di Sisto V e gli procura una viva immagine del gusto e delle cognizioni del medesimo. Si giudica Eh RLE (Köln. Volkszeitung 1903, n. 953) « riguardo all’isolamento ed alla sicurezza dei suoi tesori, tutte le altre biblioteche romane come pure la più parte delle biblioteche moderne a me note ». 1 Vedi Lanciani IV, 163. 2 Vedi Rocca, Bibl. Vatic. 272; Mercati, Bibl. Ap. 70. 3 Cfr. Baglionè 83, 110, 151. Vedi pure Orbaan, Conti di Fontana Vili. 67 s. 4 Intorno ad A. Lilios e gli affreschi di Salimbeni cfr. pure Voss II, 504, 518, vedi anche Voss Gesch. der Barockmalerei, Berlino 1925, 458, 466. L’affresco del Palazzo Lateranense, che rappresenta il salone di Sisto V duranti' l’esecuzione delle pitture, presso Pastor, Sisto V, tav. 27. 6 Vedi Posse nell'Jahrb. der preuss. Kunstsamml. XL (1919) 130. Cfr. anche Bergner. Das barocke Foni 113, che raffronta alcune delle rappresentazioni con degli acquarelli moderni, « una calligrafia leggiera e maestrevole tutta’altra che romana ». Bergner crede, che F. Barocci deve aver preso parte in qualche modo all’esecuzione delle pitture della biblioteca. Vedi anche Friei>-I.ÄNDER, Kasino Pius' IV, 103 e Muñoz, Boma barocca 20.