Cambiamento per opera di Francesco Lussemburgo. 253 di Navarca. 1 Vivonne, che già nell’autunno 1589 aveva fatto ritorno alla curia, abilmente gli aveva preparato il terreno. > Olivares, che secondo l’espressione dell’inviato di Mantova, lavorava con mille spie, 3 provò il grande disgusto che già il 20 gennaio Francesco di Lussemburgo venisse ricevuto dal papa, non però in un pubblico concistoro, ma cautamente solo in un’udienza privata, nella quale tuttavia il papa, in contrasto al freddo contegno del personale della corte, si mostrò molto affabile ed anzi permise al duca di sedersi. 4 A questa prima udienza nella quale solo in generale si parlò delle tristi condizioni della Francia, ne seguiva già una seconda il 14 gennaio. Il duca descrisse, come il suo re lo avesse incaricato, di dire al Santo Padre, che egli non era un eretico pertinace ; che se lo istruivano egli intendeva abiurare i suoi errori. Particolare impressione dovette far nel papa, il fatto che Lussemburgo potè comunicargli come Enrico di Navarca lo avesse assicurato, che egli credeva nella presenza di Gesù ('risto nel Sacramento dell’altare. « Sia lodato Iddio, esclamò Sisto, questa è una buona notizia ! » Per i seguaci di Enrico, Lussemburgo chiese il permesso, di restare fedeli al loro re, senza incorrere le pene della Chiesa. Inoltre domandò : per la salvezza dell’anima del re e di una gran parte dei suoi seguaci, che Sua Santità volesse affidare a sacerdoti capaci l’incarico di istruirlo. La prima proposta fu accolta dal papa tacendo ; la seconda fu accordata subito, e fu designato monsignor Serafino, uditore di Rota per la Francia, come la persona molto adatta a tale uopo. 5 È caratteristico per l’arroganza del partito spagnuolo, che ( )livares, ed i cardinali Deza, Mendoza, e Madruzzo a lui aderenti, chiedessero l’immediato commiato del Lussemburgo. Naturalmente Sisto V respinse tale tentativo, di limitare le sue relazioni. Noi non abbiam bisogno di alcun maestro » disse egli ai cardinali ; e con l’ambasciatore di Venezia egli affermò « noi non man- 1 Tempesti dà II, 377 il 19 gennaio, II, -166 il 26 gennaio come giorno dell’arrivo. Badoer nella sua relazione del 13 gennaio 1590 (Hübner III, 344) nomina ‘ luni ’, cioè l’8 gennaio. 2 Vedi Bremond 317 s. 3 « Sta colli occhi aperti et con mille spie » dice Brumani nella sua * Relazione da Roma del 6 gennaio 1590. Allora la venuta di Lussemburgo sembrava ancora incerta. Archivio Gonzaga in Mantova. 4 Vedi V* Avviso del 13 gennaio 1590, Urb. 1058, p. 12, Biblioteca \ aticana, Maffei, Rist. 48, Ricci II, 141 s., e lo relazioni presso L’Epinois 348 s. Sisto V raccontò profondamente commosso a Brumani dell’humiltà colla quale Lussemburgo gli aveva baciato il piede. Brumani qualifica come un favore segnalato, che il papa aveva fatto sedere il din a durante l’udienza. »Relazione del 13 gennaio 1590, Archivio Gonzaga in Mantova. . 5 Vedi Hübner II, 283 s. ¡Intorno a Serafino cfr. Bentivoglio, Memorie 138 s.