426 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo Vili. passato fu costruita nelle sue vicinanze la stazione ferroviaria centrale. Oggi quella costruzione nel mare di case della grande città che va ininterrottamente estendendosi, è del tutto sparita, solo alcuni cipressi ricordano al passeggiero colto di storia la magnificenza di un giorno.1 Questa allora, si rivelava al visitatore che veniva da S. Maria Maggiore, subito dopo aver varcato il portale di ingresso. 2 Sorpreso egli si arrestava; avanti a lui aprivansi tre viali divergenti, di \superbi cipressi, che, nel loro punto anteriore in cui finivano, erano uniti assieme, come da due fermagli, da due fontane di leoni ornate di antiche statue. Riccamente ornato di statue, di bassorilievi e di altri antichi frammenti marmorei, era anche il viale di mezzo che conduceva alla villa a tre piani, ai cui lati e metà altezza del primo piano eranvi annessi piccoh « giardini secreti ». Dalla parte posteriore della villa, che come le vigne fiorentine era coronata da una piccola torre con un belvedere, distaccavasi ugualmente un viale di cipressi, che si incrociava con un altro, proveniente dal secondo portale, posto presso le Terme di Diocleziano. Ambedue i viali si prolungavano al di fuori del giardino della villa, nel parco annesso: essi terminavano in alture, dalle quali guardavano in giù delle statue, sulla cui base era stato applicato lo stemma dei Peretti, un leone, che negli artigli stringe tre pere. Sisto Y amava particolarmente la sommità della più alta di queste colline, che si elevava 75 metri al disopra del mare: là sul sedile di pietra soleva godersi il panorama della sua Roma diletta.3 Il suo progetto, di edificar ivi un palazzo4 non venne attuato: più tardi il suo nepote, Cardinal Alessandro Montalto, in questo punto, più d’ogni altro bello, fece innalzare fra lauri e cipressi una antica statua colossale.5 Per questa statua quest’altura fu detta « Monte della giustizia ». Di là un viale lungo novecento metri risaliva alle spalle la collina. La disposizione di queste prospettive cosi incantevoli fu un’innovazione 1 I cipressi si trovano ancora presso l’istituto Massimo, che ha conservato numerosi ricordi delia villa, tra i quali parte degli affreschi del Palazzotto che rappresentano opere del Fontana. Cfr. le riproduzioni presso Pastor, Sisto V, tavv. 6, 7, 14, 18. Le antichità della villa, causa il ripetuto cambiamento di proprietari, furono già prima sparse per tutto il mondo. Intorno al portale della villa v. N. Antologia CXXXVI (1908) 413 e Inventario 1908-12, V. 2 Cfr. le incisioni di Greuter (Lan ciani IV, 128), Falda (Giardini 17 e 18; Fontane III, 18 e 19) e Percier-Fontaine (Les plus célèbres maisons de piai-sance de Bome 27-29) e poi Gotiiein, Gartenbaukunst I, 320 s., ove pur troppo è sfuggita l’importante opera di Massimo. 3 La panca ricevette il nome di Canapè di Sisto V; v. Massimo, Notizie 141. 4 Vedi Fontana, Trasportazione 37. 5 Vedi Massimo loc. cit. La statua di Roma qui riprodotta (tav. 6) si trova ora nella Villa Massimo in Arsoli.