2 Introduzione. il suo aspro contendere con la Spagna.1 Se Sisto V avesse messo a disposizione del re di Spagna il suo pieno appoggio morale e i suoi mezzi finanziari, Enrico di Navarra sarebbe sicuramente soggiaciuto. Cosa avrebbe significato il conseguente predominio mediato od immediato della Spagna su la Francia, lo comprese con somma chiarezza Sisto V. Poiché i Francesi non avrebbero sopportato a lungo un dominio straniero,2 in questo caso la loro terra doveva cadere in preda a torbidi imprevedibili, e sparire come grande potenza. Allora però l’influenza della Spagna sarebbe talmente aumentata, che l’indipendenza della Santa Sede e la libertà della Chiesa non avrebbero potuto più reggersi. Il contegno esitante e mutevole di Sisto V di fronte ai torbidi francesi, che per tanti contemporanei restò del tutto incomprensibile,3 posava principalmente in quello studio equo e naturale, seguito con fermezza da tutti i grandi papi, di prevenire con l’equilibrio delle potenze di Europa in contrasto fra loro, il pericolo del cesaropapismo, e così conservare alla Chiesa ed alla Santa Sede quella libertà ed indipendenza, ad essa indispensabile per l’adempimento della sua alta missione. Pertanto Sisto V volle una Francia non solo cattolica, ma pure indipendente, che fosse in grado di formare un contrappeso al potente Regno del re spagnuolo, la cui ulteriore espansione minacciava, ugualmente come un dì la potenza degli Staufen, di paralizzare e schiacciare il papato fra le sue braccia di ferro.4 Se Filippo II 1 Vedi Hübner II 337 s., il cui sguardo retrospettivo è di base all’esposizione qui sopra. 2 Cfr. il giudizio dell’autore della relazione fiorentina presso Bratli, Filip af Spanien, Kopenhagen 1909, 200 s. 3 Intorno alle lagnanze dei rappresentanti di Filippo II, che Sisto V si dirigesse sempre secondo il corso degli eventi, osserva Hübner II, 387, ehe esse sono solo in tanto giuste in quanto i progressi di Enrico IV e la sua adesione sempre crescente presso i cattolici esercitavano un’ influenza importante. Il papa regolavasi come lo stratega « che fa dipendere le sue mosse da quelle dell’avversario che cambia il suo ordine di battaglia, fa marci» e contromarcie, avanza o si ritira, secondo il bisogno del momento ; che però segue sempre lo stesso scopo : la disfatta del nemico, e qui il nemico è la nuova confessione e l’ambizione spagnola. Sisto cercava pertanto sciogliere i vincoli che lo legavano alla Spagna, poiché la Francia, nè di questo dubitò a lungo, sarebbe uscita dalla crisi come stato cattolico ed indipendente ». Similmente come Hübner giudicano Hebre 407 s. e Balzani, Sisto V p. 63 s. Anche Ranke, per quanto sia incompleto ed in parte erroneo il suo lavoro, basato su una insufficiente cognizione degli atti diplomatici, pure dice, che si farebbe torto a Sisto V attribuendogli irrisoluzione ed esitazione ; egli penetrava lo stato delle cose ; vedeva i pericoli da ambo le parti ; un’occasione che l’avesse costretto ad una decisione definitiva non vi fu (Päpste II8 143). Inoltre si vedano anche le eccellenti osservazioni di Ehses, Nuntiaturberichte II LX. 4 Vedi Segesser III 2, 79 s. Cfr. anche Philippson nell’//¡'sì. Zeitschr. XXXIX, 440 s. e Herre neü'Hist. Vierteljahr sehr. 1908, 388 su Sisto V come corifeo del principio dell’equilibrio.