Ingiunzione di un cambiamento delle costituzioni dell’Ordine. 133 Anche le discussioni dell’inquisizione Romana sembrarono che volessero volgersi favorevoli ai Gesuiti. Il cardinale Carafa aveva tentato per guadagnar tempo, di protrarre la cosa il più possibile. Sisto V cui tale intenzione non sfuggì, dovette dar ordine espresso ai teologi, di pronunciare finalmente il loro giudizio. Questo naturalmente fu concorde con i sentimenti del papa ed in parte basato su le sue osservazioni scritte intorno all’istituto della Compagnia di Gesù. Il nome della Compagnia, la mancanza di opere di penitenza espressamente ingiunte dalla regola, l’ordinazione sacerdotale prima della professione religiosa, il resoconto della coscienza ; il ritardo della professione, il carattere della correzione fraterna nell’Ordine, i voti semplici che legavano lo scolastico all’Ordine e non questo ad esso, questi furono altrettanti punti che sollevarono difficoltà.1 Ma la risposta di Aquaviva 2 mise in tacere queste obbiezioni. Quindi il giudizio finale dell’inquisizione fu favorevole ; ma con questo di fronte ad un uomo come Sisto V si era ottenuto poco. I cardinali non si azzardavano di presentargli il loro parere. «Voi cercate di mandar la cosa per le lunghe, disse un giorno Sisto V, perchè attendete la mia morte, ma noi la finiremo di testa nostra ».3 Che dopo tali parole dovesse seguire qualche provvedimento contro i Gesuiti, si comprendeva da sè. Per sventura dell’Ordine in quel tempo alcuni avvenimenti provocarono l’ira del papa, contro alcuni gesuiti e contro tutta la Compagnia di Gesù. In Madrid nel giorno dell’Ascenzione del 1590 un gesuita pubblicamente dal pulpito, trascese tanto, da designare l’atteggiamento di Sisto Y verso Enrico IV in Francia come il favoreggiamento di un eretico. 4 Circa lo stesso tempo la parola in certo modo imprudente di un predicatore romano dell’Ordine dei Gesuiti irritò di nuovo il temperamento del papa poiché durante l’assedio di Parigi eran pervenute notizie che il nunzio di Francia era in grande pericolo ; dietro preghiera dei suoi parenti e per l’intervento dell’assistente di Aquaviva, Lorenzo Maggio, il gesuita Bartolomeo Blando lo raccomandò alle preghiere. Ora il nunzio per la sua politica ligia alla Spagna era molto mal accetto a Sisto V. Questi fece tosto carcerare Blando e per punizione sospese I’assi* 1 Astràin 462. 2 Estratto ibid. 462-466. 3 Ibid. 466. 4 Cfr. più sotto cap. 4. Nel concistoro del 13 agosto 1590 il papa disse, che il gesuita aveva predicato, « Papam esse Navarristam et fautorero baereti-corum [sul che Santori osserva : mendaeium hoc impudentissimum ipse com-inentus est, nani res aliter se liabuit] et hoc obtentu invectus est acerrime in Jesuitas et in illuni, sed tacite contra regem eatholicum appellando eum etiam scelestissimum ». Atti concistoriali di Santori negli Anal. iuris Pontif_ XI (1872) 874.