401 Non si può, forse, registrare il privilegio elargito a Cittanova (1), quale sintomo di triste inizio e di fatale disintegrazione morale e politica dell’attività dello stato. La bufera però, che travolgerà, a un decennio di distanza, con moto irresistibile, la compagine dello stato, non si scatena improvvisa, nè è giustificata reazione a errori o ad ambizioni intollerabili, che risveglino gelosie interne e appetiti esterni. La pace, coltivata con senso di abbandono all’interno e all’esterno, era fatale preludio della crisi, perchè inculcava, in chi era disposto a tutto osare, la sicurezza di poter agire con facilità e con fiducia. In un ambiente di inerzia politica, usurpazioni e congiure potevano essere consumate senza scrupolo. I primi esperimenti dissolvitori trovarono il governo ducale ancora saldo per resistere e per riparare alle audacie iniziali. Il vescovo di Adria (2), nel metter le mani sopra l’agro lauretano, urtò contro inaspettata forza, che lo obbligò non solo all’abbandono di ogni idea di conquista, ma anche alla rinuncia di qualunque indennizzo dei danni portati sopra il suo territorio da pronta riscossa veneziana. Anche il risveglio bellico del re croato sopra le terre dalmate, favorito da alito di fronda di elementi indigeni, non ebbe miglior fortuna. Il governo ducale riuscì a respingere l’attacco esterno con le armi, e a reprimere lo spirito sedizioso con l’applicazione di un controllo più vigile. Si presunse di garantire meglio l’obbedienza dei sudditi con un aggravamento del tributo, che città e isole dovevano corrispondere al governo ducale. A Ossero era imposto l’onere di 10 lire di seta annuali, a Cherso 20 pelli di martora, a Veglia di 10 di volpe, agli abitanti dei castelli, anch’essi, di 20 pelli, oltre l’obbligo di prestar all’occasione, attivo aiuto militare contro ogni assalto nemico (3). monastero di S. Zaccaria, Vita, del 1018, per le terre del suo monastero situate nel regno (Cfr. Gloria, Cod. dipi, pad., I, 138 n. 103 ; Monticolo, in prefaz. alle Cronache Venez., cit., p. XXXV). (1) Romani», Storia cit., I, 388 sg. (2) Speroni, Adriensium episcoporum series, Padova, 1788, p. 57 sg. (3) Ljubic, Listine, in Monumenta Slav. Merid., I, 2 sg., n. 2-3 ; Raóki, Documenta historiae Chroatiae periodum antiquam iUustrantia, in Mon. Slav. merid., VII, p. 32 sgg., n. 24-26. 20