Morte di Innocenzo IX. 589 zione. Un miglioramento sullo stato di salute di Innocenzo TX, avuto il 25 dicembre, non persistette. Sebbene al 29 dicembre fosse in pericolo di vita, pure ricevette da suo nepote Cesare Facchinetti il giuramento, quale generale della Chiesa e comandante supremo deha flotta. Allorché il papa s’accorse che la sua fine si approssimava, chiese egh stesso la Santa Comunione e l’estrema unzione.1 La morte del papa, avvenuta nel mattino del 30 dicembre,2 empì tutta Eoma di sincero dolore. Era universalmente riconosciuta la purezza di vita e di intenzione del defunto, la provata prudenza, il sentimento di giustizia e la dignità che questo naturale cortese ed affettuoso aveva congiunto in maniera eccezionale.3 La perdita di un uomo dal quale si attendeva un esimio pontificato, apparve come un segno dell’ira di Dio.4 I resti mortali di 1 Vedi I. P. Mucantii * Diaria caerem., Archivio segreto pontificio ; * Diarinm P. Alaleonis nel Barb. 2815, Biblioteca Vaticana; *Avvisi del 28 dicembre 1591 e del 1° gennaio 1592, Urb. 1059 II, 712, 715 s., 717°, 1060, I, 1, Biblioteca Vaticana; Lettera di Ca-nani presso Ricci II, 82; Annotazione presso Laemmer, -Melet. 236. Cfr. anche Grotta Nelli, Claudia de Medici 27 ss. 2 * Vedi oltre alla * Relazione di Sessa del 30 dicembre 1591 (Archivio in Simanca s) consultata da Herre (595 n. 3) anche la * Lettera del Collegio Cardinalizio al duca Vincenzo di Mantova, in data 1591 dicembre 30: 11 Papa morì hodierno die mane paulo ante lucem. Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi I. P. Mucantii * Diaria caerem., Archivio segreto pontificio. 4 Vedi l’annotazione presso Laemmer loc. cit. Cfr. la lode d’Innocenzo IX nella * Relazione di T. Carretti del 2 gennaio 1592, Archivio Gonzaga in Mantova. Siccome Innocenzo IX non regnò che 2 mesi ed 1 giorno, le sue monete sono tra le rarità; v. Armand I, 289, 302; Bonanni i, 449; Serafini I, 105; Martin ori 75 s. In particolar modo era questo il caso colla moneta d’oro di Innocenzo IX, che fu coniata in Bologna. Esse è della grandezza d una moneta di 10 centesimi porta alla fronte lo stemma pontificio colla leggenda: Innocentius IX Pont. Max., ed al rovescio sotto la protezione della croce l’emblema araldico di Bologna insieme a quello del cardinale legato Sfon-drato, che governava allora in nome del papa la città. L’iscrizione suona: Bologna docet. Questa moneta d’oro apparteneva come unico esemplare sino alla fine del secolo xvm alla collezione numismatica pontificia, poi al saccheggio per parte dei Francesi andò perduta. Solo nel 1892 si trovò un secondo esemplare negli scavi delle fondamenta d’una chiesa presso Acqui insieme ad altre 155 monete d’oro. Invano il Principe di Napoli, l’attuale Re Vittorio Emanuele III d’Italia, conosciuto quale appassionato collettore di monete, e il sindaco di Bologna cercarono di acquistare questo esemplare unico. Il tribunale l’aggiudicò a Giuseppe Gualandi, dal quale il vescovo d’Acqui, Disma Marchese, l’acquistò nel 1908 e la regalò poi a Pio X per il suo giubileo sacerdotale. Il Papa la assegnò al gabinetto numismatico del Vaticano Cfr Riv. ital. Numism. XXI, 4 (1908) e Bollett. ital. di Mumism. 1910. Nov. Vedi pure Si. ghinolfi, TJna rariss. moneta d'Innocenzo IX, nella Illustraz. Ossolana III (1912), e Serafini I, 14.