Venezia presta ubbidienza; la guerra antiturca 385 a questo riguardo erano così impressionanti che in Venezia si temette, che l’ardente vegliardo, il quale era su la Sede di Pietro, fosse per esigere dalla Repubblica un’impresa contro il potente vicino di Oriente. La signoria perciò attendeva con una certa inquietudine l’esito dell’accoglienza che avrebbe in Roma la sua ambasceria inviata per l’ubbidienza. Essa fu composta in modo, che ne fecero parte gli uomini più importanti, di cui disponeva: l’antico ambasciatore Leonardo Donato, il dotto conoscitore di arte, Marcantonio Barbaro, Giacomo Foscarini e Marino Gri-mani. Fihppo Pigafetta, che si trovava al loro seguito ha descritto minutamente la pompa, che spiegò la straordinaria Ambasciata. 1 L’atto di ubbidienza ebbe luogo in un concistoro pubblico tenuto nella sala regia. Il discorso, che pronunciò in questa circostanza il Nestore dei diplomatici Veneziani, Leonardo Donato, mosse il papa alle lacrime. 2 Egli promise alla repubblica tre decime, e le accordò un uditore alla Rota. 3 Dopo la solennità del 10 ottobre, gli inviati furono ricevuti ancora ripetutamente in udienza. Durante queste, oltre agli interessi italiani si parlò pure della questione turca. Con loro somma soddisfazione gii ambasciatori ebbero da Sisto l’espressa assicurazione, che egli non intendeva compromettere la «Serenissima Repubblica». «Noi sappiamo, disse, che essa cerca di vivere in buon’armonia col sultano, perchè non è in grado, di condurre da sola la guerra contro lui. Ora ci lascia in pace, perchè ha da fare con i persiani. Utilizzate però il tempo, che esso vi lascia. Preparatevi in silenzio, attendete sin che noi siam pronti all’attacco. Sventuratamente gli altri principi attendono solo a soddisfare il loro orgoglio ed anche a peggio. Essi perderebbero volentieri un occhio, se potessero cavarli tutti e due ad un altro. Si ostacolano, reciprocamente nel fare del bene, e le loro ostilità vicendevoli vanno a vantaggio del comune nemico. Perciò la signoria dissimuli, si freni, ci aiuti in segreto, ma attenda, finché gli altri principi abbiano attaccato battaglia contro i Turchi. Allora solo potrà essa prenderci parte. Era appunto questa la nostra opinione, quando noi eravamo 1 Vedi Descrizione della comitiva e pompa con cui andò' e ju ricevuta l'ambasceria dei Veneziani al p. Sisto V l’ a. 1585 fatta du F. Pigafetta, gentilhuomo al seguito, p. p. Giov. da Schio, Padova 1854 (Pubblicaz. Nuziale). Intorno a Marcantonio Barbaro v. l’edizione di lusso di Ch. Yriarte: La vie d'un pa-tricien de Venise au 16'' siècle, Parigi 1884. Intorno all’ingresso dell’amba-sciata d’obbedienza in Poma, vedi pure la * Relazione di C. Capilupi del 9 ottobre 1585, Archivio Gonzaga in Mantova. 2 Vedi * Acta consist. nell’Archivio concistoriale in Vaticano e la * Relazione di C. Capilupi del 12 ottobre 1585, Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi Gualterius, * Ephemerides 49, Biblioteca Vittorio Emanuele in Roma. Pastor, Storia dei Papi, X. 25