I papi e la trasformazione della città di Roma. 439 S. Angelo).1 E poiché neanche questa bastava, data la grande affluenza al Vaticano ed a S. Pietro, Alessandro VI aggiunse una quarta strada parallela, la via Alessandrina, attualmente Borgo Nuovo,2 Giulio II compì questa via, che è rimasta fino al presente l'arteria principale del movimento in questo quartiere. Il gagliardo Rovere migliorò anche altre strade e piazze nella città propriamente detta, ove oggi pure una splendida iscrizione magnifica la sua attività, svolta ad eliminare le vie troppo strette e irregolari.3 .Ma la sua opera maggiore fu la costruzione di via Giulia, che in linea rigidamente retta correva da Ponte Sisto parallelamente al Tevere da essa raggiunto presso le reliquie dell’antico Ponte Trionfale. Mediante questo allacciamento dell’antica città con la Chiesa di S. Pietro e il Vaticano, la residenza dei papi ebbe la prima strada monumentale del Rinascimento in grande stile, la cui di-unità doveva venire espressa da nuove fabbriche monumentali.4 Leone X, che rinnovò gli ordini di Sisto IV sulla rimozione degli avancorpi edilizi cominciò nella parte settentrionale del Campo di Marte la costruzione delle tre vie conducenti a piazza del Popolo, che venne compiuta da Clemente VII.5 In simile modo Paolo UT, -anate le piaghe del Sacco del 1527, a lato dell’unica grande strada di comunicazione da Ponte S. Angelo verso l’interno della città, ne aprì altre due, la via di Panico e la via Paola, che sbocca in via Giulia, così che qui pure tre vie irradiavano nella città. L’ulteriore attività di Paolo III e del suo consigliere, Latino Giovenale de’ Manetti, per la regolarizzazione delle strade di Roma, special-mente con la via Triumphalis costruita nel 1535 nell’occasione della visita di Carlo V da Porta S. Sebastiano attraverso il Foro e di là ìi piazza di S. Marco, fu ancora più importante delle imprese di Sisto IV.6 Cade nel pontificato del papa Farnese anche la trasformazione per opera di Michelangelo, del Campidoglio, fin allora completamente medioevale e che anche come costruzione municipale venne ad avere importanza di modello.7 Veramente contro il sentimento angusto dei conservatori romani naufragò purtroppo la completa esecuzione del progetto di Michelangelo, nel quale ad assicurare un’impressione di piena unità tutti i membri del complesso « nel modo più vario erano stati messi in mutuo rapporto e incatenati a vicenda, tenuto conto del terreno, delle vedute 1 Cfr. la presente opera vol. II. 642 s. 2 Cfr. la presente opera, vol III, 1, 506 s. 3 Vedi v. Pastor, Rom zu Ende der Renaiss. 26 s. 4 Vedi la presente opera, vol. III, 750 s. Cfr. ora anche II. \olkmann, Roms Strassenanlagen seit der Renaissance, nel periodico, J)er Städtebau I\ , Berlino 1907, 87. 5 Cfr. la presente opera, vol. IV 1 366; IV 2, 526. 6 Cfr. la presente opera, vol. V, 713. Vedi anche Lanciani II, 236. 7 Cfr. la presente opera, vol. V, 715. Cfr. Bergner, Das barocke Rom 40.