382 Sisto V. 1585-1590 — Libro 1 - Capitolo VI. La conversione del margravio Giacomo di Baden, la quale avvenne non per politica o per un trono come nel caso di Enrico IV, ma per purissima convinzione, raggiunta dopo lunga lotta, 1 suscitò tanto maggiore impressione in tutta la Germania e nella Svizzera, in quanto era il primo caso di questo genere, dopo il sorgere della divisione religiosa. Parte essenziale al felice avvenimento l’ebbe oltre il dotto Giovanni Pistorius, Paravicini e il duca di Baviera Guglielmo Y, l’instancabilmente operoso guardiano dei Cappuccini di Appenzell padre Lodovico. 2 Sisto V partecipò l’importante avvenimento ai cardinali in un concistoro del 13 agosto 1590 e ordinò una funzione di ringraziamento nella Chiesa nazionale tedesca dell’Anima. 3 Come Paravicini, così anche egli vi annetteva grandi speranze per il progresso della religione cattolica nei territori del marchesato, come anche per una reazione favorevole su le condizioni rehgiose della Svizzera. Tutte le speranze di tal natura, furono però distrutte, allorché Giacomo III morì improvvisamente il 17 agosto, e il suo successore e fratello, Ernesto-Federico tosto scacciò i preti cattolici, introdusse di nuovo la religione protestante, e nonostante il testamento del defunto fece educare i di lui figli nella rehgione protestante.1 Fu una fortuna che Sisto V, che con un breve del 18 agosto aveva espresso a Giacomo III la sua gioia straordinaria per il suo ritorno alla Chiesa, 5 sia stato scampato dallo sperimentare tale disillusione. 1 Vedi Ehses II, ixi. 2 Cfr. Weech nella Zeitschr. f. die Qesch. des Oberrheins N. S. VII (1892) 663 s. 3 Vedi le fonti indicate presso Soiimidlin, Anima 437 s. Cfr. pure la * lettera di Badoer del 18 agosto 1590, Are bivio di Stato in Venezia. 4 Cfr. Janssen-Pastor V, 424 s. 5 Vedi Freib. Diógesaiiarchiv IV, 111 s. Cfr. Ehses II, 492, n.