Le nomine cardinalizie di Gregorio XIV ; sue relazioni con gli Ordini. 567 Farnese, che era su i 26 anni, aveva goduto di un’accurata educazione in Roma, presso il suo pro-zio cardinale Alessandro. Egli seguì sotto ogni aspetto le orme di lui. Vivendo nell’inverno in Roma nel palazzo Farnese, e nell’estate nel sontuoso castello di Caprarola, egli si distinse come vero Farnese, per la sua generosità, per i suoi sentimenti caritatevoli, per il favore dato alla scienza ed all’arte 1 e per la sua intima relazione con i Gesuiti, ai quali edificò in Roma il professato. Una speciale amicizia univa il cardinale con il celebre Bellarmino. L’ambasciatore di Venezia Dolfin nota su Odoardo Farnese, che esteriormente con le suo labbra pendenti tradiva la sua origine da una Asburgo, ma che non ostante la sua sontuosa corte viveva sempre da rigoroso ecclesiastico. Anche Ottavio Aquaviva, oriundo di un’antica famigha nobile napoletana, era in strette relazioni, pur anche di parentela, con i Gesuiti. Questo giovane di gran talento, aveva goduto di una formazione completa; egli era padrone del dritto canonico come pure dei classici antichi, particolarmente degli scrittori greci, e deha teologia: la sua cognizione di S. Tommaso è elogiata come straordinaria. Sisto V aveva occupato Aquaviva prima nella Segnatura, e quindi quale prolegato del patrimonio ; Gregorio XIV Io nominò suo maestro di casa ed ora cardinale. Come tale Aquaviva si comprò in Roma un palazzo ed a Frascati costruì una villa. Più tardi (1605) Aquaviva, che come suddito spagnuolo era nelle migliori relazioni con il re cattolico, fu nominato arcive-scovo di Napoli, dove egli, come prima in Roma, fu particolarmente benemerito per la caritatevole operosità e per lo zelo pastorale. Ancor oggi ivi un Monte di Pietà ricorda le elargizioni che egli fece a questo istituto di beneficenza. Anche due conventi dei francescani osservanti nel territorio di Napoli debbono alla sua generosità il loro sorgere. Il milanese Flaminio Piatti, era parente della famiglia di Gregorio XIV, ma meritò la porpora, per la purezza dei suoi costumi, per la pietà della vita e la particolare conoscenza del dritto canonico. Venuto in Roma sotto Gregorio XIII, egli fu nominato da Sisto V uditore di Rota. Una personalità non meno distinta era Ottaviano Paravicini, oriundo di una famigha lombarda, trasferitasi in Roma. Da ragazzetto aveva servito la messa a S. Filippo Neri e sino al suo ventottesimo anno di età era stato in stretta relazione con la cerchia di quegli uomini, che si schierarono attorno all’apostolo di Roma. Era particolarmente amico di Baronio. Gregorio XIII lo nominò vescovo di Alessandria di cui gli dette il possesso 1 Cfr. Xavknnk, Rome et le Palais Farnese I, 9 s., 18 s., 29 s., 65 s.