Sforzi di Frangipani per la riforma nel basso-Reno ed in Noerlandia. 353 Ma Giovanni Guglielmo sventuratamente, malgrado la sua buona volontà, mancava della necessaria padronanza su se stesso, cosicché suscitò la gelosia e il malumore del padre. 1 Invano il papa seguendo il consiglio di Frangipani, cercò ottenere una riconciliazione di entrambi. 2 Fu ancor peggio che il principe ereditario, a causa delle calamità belliche della sua terra, minacciò di venire ad un aspro contrasto con la Spagna, talmente che, in parte per le inquietudini procurategli dai consiglieri di suo padre, hn dall’estate del 1589 apparvero in lui i sintomi di un incipiente malattia mentale. Giovanni Guglielmo era senza prole. Con ciò sorgeva il grave pericolo, che dopo la sua morte, il governo passasse, ad una delle sue tre sorelle, che erano maritate a protestanti. Frangipani studiò con zelo tutte le possibihtà, onde scongiurare un simile pericolo. 3 Oltre la sicurezza della Chiesa, nelle terre 4 di Julich-Cleve, straordinariamente importanti per la loro posizione, Frangipani prese molto a cuore anche la protezione dei cattolici di Aqui-sgrana. Poiché qui lo sosteneva l’elettore Ernesto, potè ottenere un sostanziale miglioramento. 6 Frangipani trovò un forte aiuto nell’elettore Ernesto anche nella sua azione riformatrice nella diocesi di Liegi, dove particolarmente era importante la fondazione di seminari sia nella città residenziale del vescovo come a Saint-Trond. 6 II nunzio diresse la sua attenzione anche all’Olanda, dove, non ostante la difficoltà delle condizioni già sotto Gregorio XIII il catto-lirismo aveva avuto un confortante sviluppo nella diocesi di Utrecht. 7 Nel giugno 1589 Frangipani comunicava a Roma che nell’Olanda molti cattolici si sarebbero conservati nella fede, 1 Vedi ibid. xxvi, 339, 351, 353. Ibid. 254 s. la relazione di Frangipani intorno all’uso della comunione sotto ambedue le speci nelle contrade del Ducato di Jülich-Cleve; siccome non si potette far smettere questo abuso, esso fu tollerato in Roma (v. ibid. 270; cfr. Tempesti I, 635 ss.). Su la situazione alla Corte del Duca di Jülich-Cleve, ove il gesuita Pietro Michael lavorò con successo del 1585-1587, v. anche Duhr I, 151 e in supplemento del lavoro di Stieve sulla duchessa Griacobea, nella Zeitschr. des bergischen Gesch.-Vereins XIII 1 ss.; l’articolo di Unkel negli Annalen des Hist. Vereins f. den Niederrhein LIV. 98 s.; ove sono pure utilizzate le Relazioni di Frangipani. 2 Vedi Schveizer II, 179, 193, 261; Hiltehran'dt nelle Quellen w. Forsch. XV, 286. 3 Vedi Ehses II, liv s., 228, 250, 306, 310, 319, 329, 335, 337, 348, 382, 389, 420, 467, 471. 4 Vedi Hiltebbandt loc. cit. 284 s. 5 Cfr. Ehses II xlix, 48, 68, 211, 281, 355, 364, 376, 434, 444 s., 469, 479, 516 s. * Vedi Chapeaville III, 541 s.; Ehses II, xxxi, xr.vm, 196 s., 404, 419; Pirenne IV, 428 s. 7 Cfr. Fruin, De werder opluiking van het Catholicisme in Noord-N eder-land, nelle Verspreide Geschriften III, 249 s.; Blok III, 377 s. Pastor, Storia dei PapJ\ »X. 23