Sessa, inviato di Filippo II, in Roma. 260 ; unente portarvi. Con le espressioni più devote lamentò Sessa, che i progetti fatti nel decembre da sua Santità fossero restati inadempiuti, propose, a prevenire il pericolo, l’uso dei mezzi .lirituali e materiali, la formazione di un’armata pontificia e la scomunica contro i cattolici aderenti al Navarra. Il papa rispose i:i tono calmo, che egli manteneva i progetti fatti a mezzo di Gesualdo, che però essi non erano ancora affatto stabiliti con l'orza impegnativa. Se da parte sua non aveva fatto nulla, anche il re di Spagna ugualmente aveva fatto ben poco. Quanto in seguito espose Sisto Y, dimostrava quanto rettamente egli giudicasse la lega. Con tutta la disposizione di concludere un trattato, così proseguì, getterebbe più volentieri il suo denaro nel Tevere, che spenderlo per il duca di Mayenne. Il legato aveva agito contro !<■ sue istruzioni, dando a lui 50.000 scudi : alla lega, aggiunse, non darebbe poi il suo appoggio poiché le antiche vertenze delle case di Bourbon e dei Guise non avevano nulla che fare con la vligione. Per questo motivo era avvenuta l’adesione della più irran parte della nobiltà a Navarra, e non a Mayenne. Solo con la entralità fra i due partiti, e con la dichiarazione, che l’inter-\ cnto spagnuolo e pontificio aveva per scopo unicamente l’elezione 'li un re cattolico, senza favorire la lega, si potrà riuscire, a raccogliere tutti i cattolici della Francia sotto una sola bandiera. 1 >el resto tacque Sisto V che secondo il suo parere quel re cattolico •■<ì unicamente possibile non era altri che Enrico di Navarra •spinto da Filippo. Tanto più minutamente descrisse il cattivo contegno di Mayenne, che si dimostrava irriverente verso la Santa Sede e permetteva alle sue truppe i peggiori eccessi. La •stia inattività sino ad oggi egli l’attribuì in prima linea al contegno di Mayenne e di Caetani ; quest’ultimo non aveva saputo dividere i cattolici da Navarra. All’osservazione dell’ambasciatore che un’armata spagnuola si trovava, di già in Savoia, e che il duca di Parma aveva l’ordine di muovere l’esercito neerlandese contro la Francia, il papa, rispose che nulla era più imprudente, che -pezzettare le proprie forze. L’applicazione delle censure contro i cattolici aderenti al Navarra egli la respinse osservando, che in questo affare il giudizio spettava a lui come teologo. Riguardo itila questione della successione al trono Sisto V osservò, che se Filippo II voleva tenersi per sè la Francia, poteva farlo. A lui in questo interessava solo che la Francia avesse un re cattolico. L’osservazione del papa, che egli non permetterebbe delle proteste, sia da Sessa, come da Olivares, fu accolta tacendo. 1 1 Vedi presso Hübner II, 339 s., Ili, 457 s. le relazioni di Sessa, che vengono completate con la * Lettera di Bruinani del 26 giugno 1590 (Archivio Gonzaga in Mantova), nell Appendice n. 73. Cfr. pure Rocqtjaxn, La France 417 s.