478 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo Vili. memorabile santuario, ch’ebbe molto a patire nel Sacco di Roma, Sisto V fece erigere altre due cappelle ed eseguire dal Fontana davanti al medesimo un portico a due piani con arcate. E là trasferì, come mediana delle cinque scale, per le quali s’arriva a quelle tre cappelle, la Scala Santa, ch’era quasi caduta in dimenticanza e quindi trascurata. Alla decorazione a fresco parteciparono il faentino Ferraù Penzoni e l’anversano Paolo Brill,1 i cui lavori qui come nel palazzo lateranese sono ancora affatto immuni da influenza italiana, mentre sono invece neerlandesi nel loro sentimento. L’iscrizione nella facciata2 fa sapere che Sisto V costrusse il portico e collocò in un luogo più sacro la Scala Santa.3 Colla nuova fabbrica il papa intese di tornare a maggiore onore il venerando santuario della cappella Sancta Sanctorum, che dalla spogliazione durante il Sacco di Roma era caduto in abbandono, ma la divozione dei fedeli era più attratta dalla Santa Scala, la quale dal medio evo era considerata quella salita dal Salvatore nella sua passione, che non dalla cappella posta nel fondo, il cui tesoro in fatto di reliquie era caduto in tale dimenticanza, che l’indagine moderna dovette formalmente scoprirlo.4 Nell’ultimo anno del suo governo Sisto V affidò la custodia della Scala Santa e della cappella Sancta Sanctorum a quattro cappellani.5 Fu una fortuna, che allora rimanesse intatta la basilica del Late-rano," perchè le altre trasformazioni di antiche chiese sotto Sisto V 1 Vedi Mayer, Brill, 27 s. 2 1 diversi abbozzi por la facciata si vedono negli affreschi della Biblioteca Vaticana; v. Lauer, Pianta 26-27. 3 Vedi Fontana I, 60, II, 2 s., ove pure la pianta ed illustrazione. 11 nome Sisto V, con breve iscrizione nella facciata (v. ibid.) ed anche sopra le porte delle cappelle laterali. Cfr. Pastor, Sisto V, tav. 18; Barbier de Montagli I, 507 s.; L. Mazzucconi, Mem. <1. Scala Santa, Roma 1840; Letarouilly, Édifices I, 197 s.; Grisar loc. cit. 12-16; Lauer 321 s. Vedi pure nell’Appendice, nn. 9, 10 e 47, gli * Avvisi del 1 e 15 marzo 1586 e del 26 ottobre 1588, Biblioteca Vaticana. Anche Giov. Baglione, l’autore delle Vite de’ pittori, prese parte nel dipingere la nuova cappella; v. Thieme II, 356. Intorno a Fen-zoni e Bril cfr. Voss II, 506, 534. Gli affreschi furono restaurati nel 1922. 4 Cfr. Grisar loc. cit. 26. 5 Vedi la * Bolla Dat. in monte Quirinale Non. Iun. 1590. La cappella Sancta Sanctorum viene ivi indicata come « illa insignis ac praecipua sancti-tate toto terrarum orbe inter omnia Urbis et orbis sanctiora loca celeberrima ». Perciò il papa aveva fatto trasportare ivi la scala santa, che prima si trovava « propter temporum iniurias, Urbis excidia, direptiones et alias calamitates quodammodo in loco abiecto, situ et squalore ac sordibus obsito, vestutate pene collapsa ». Arni. 44, t. 29. Archivio segreto Pontificio. 6 Riguardo al battistero riferisce un * Avviso del 9 novembre 1588, intorno la visita di Sisto V, della domenica scorsa: Ordinò, come giunse alla basilica Laterana, che si riducesse in isola S. Giovanni in Fonte et si trasportasse la effìgie della gloriosa vergine dalla cappella contigua che va gittata in terra in una delle cappelletto che sono dentro quell’oratorio di S. Giovanni. Urb. 1056, Biblioteca Vaticana.