La lega in Francia ed Enrico III. 233 come nemico del bene comune e della religione.1 Come la capitale così anche una gran parte della nazione si distaccò dal re. Parve giunta la fine della monarchia francese. Clero e popolo vedevano in Enrico III un tiranno, che aveva perduto il diritto alla sua autorità. Nelle città, i ricchi borghesi pensavano alla costituzione di piccole repubbliche, i nobili miravano alla formazione di sa-trapie provinciali. 3 Molte volte fu usata violenza contro i fautori di Enrico III. In Angers furono maltrattati i cattolici che non vollero aderire alla lega. Enrico III si vide presto circoscritto a Blois, Amboise e Tours.3 11 duca Carlo di May enne fratello dell’ucciso Enrico di Guise, potè sperare, di dare alle sue bandiere la piena vittoria. Enrico III lo bandì assieme ai parigini. Ma per quanto fosse grande la miseria del re, egli non pensava affatto a lasciar liberi i principi della Chiesa cosa a lui domandata dal papa come condizione per l’assoluzione ; al contrario, mentre il suo ambasciatore in Eoma domandava l’assoluzione pontificia il re stringeva trattative con Enrico di Navarra capo degli Ugonotti; al principio di aprile concluse con lui la sua alleanza. Il 30 aprile i due re si incontrarono a Plessis-les-Tours ed unirono i loro eserciti contro Mayenne.4 II cardinale Morosini aveva già prima lasciato la corte ed a Moulins attendeva ardentemente il suo richiamo. Al dolore che questo ottimo uomo provò per il fallimento dei suoi energici sforzi per la riconciliazione dei due partiti cattolici, si aggiunse ancora la perdita delle grazia del papa, il quale, ingiustamente però, espresse sul contegno di lui il suo massimo sdegno. 6 1 Vedi L’Epinois 284 288 s. ; Ritte r II, 42, Cfr., l’opera di Labitte e Robiquet II, 493s. 522 s. citata sopra a p. 219 n. 2. 2 * Lo stato di Francia alla morte del duca et card, di Ghisa cessò di essere monarchia imperochè la più parte delle città et terre del regno et li migliori cominciando da Orliens levorono quasi in un medesimo tempo l’ubidienza al re senza intendersi l’una con l’altra et furono tra questi in particolare tutt’i parlamenti fuorché Bordeaus et Renes, l’uno in Ghienna, et l’altro in Bretagna Si rivoltarono anco oomro S. M.tò una buona parte dei nobili, tutti li principi della casa di Lorena, et quasi tutti gli ecclesiastici, ma con pensieri diversi. Il clero et la gente bassa desideravano di deporre il re come preteso tiranno, i ricchi et potenti delle città pensavano di volere instituire delle repubbliche in loco della monarchia et li nobili havevano la mira a far delle satrapie particolari co ’1 mezzo delle cittadelle et de presidii. Non di meno tutti furono d accordo per conservarsi di stabilire un’unione et più tosto di rinovar quella che di già era stata stabilita l’anno 1585, ma non più contro gli heretici solamente, ma contro quelli et contra la persona del re. Commentarli delie cose successe nel regno di Francia. Cod. 44, p. 286 nella Biblioteca di Karlsruhe. 3 Vedi L’Epinois 239 s, 298. 4 Vedi ibid 318 s., 322 s. 5 Morosini, per non prevenire le decisioni del papa, hi occasione^ degli atti di violenza di Enrico III, si era limitato di ammonire il re a quattr’occhi, misura che HÙbner (II, 232 s.) lodò come la più conveniente. In Roma