412 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VII. il singolare e del tutto eccezionale personaggio che dalla casa di un povero campagnuolo era salito al più sublime grado di dignità, lo mostra il fatto, che ben presto la leggenda ravvolse la sua vita come le sue azioni. Vive ancor oggi Papa Sisto presso il popolo romano in numerosi aneddoti.1 Se si parla del suo governo che durò soltanto 5 anni e quattro mesi, si parla comunemente prima della spietata punizione dei banditi, quindi dei Monti e del tesoro, delle Congregazioni e dell’obehsco Vaticano. Con ciò la tradizione addita i diversi rami di attività della sua politica interna, la giustizia, la riorganizzazione delle finanze, la riforma dell’amministrazione ecclesiastica, e lo sviluppo monumentale di Roma. Le più antiche descrizioni storiche hanno limitato la loro a-zione principalmente a questa parte. Ma la nuova indagine critico-storica, ha distinto la verità e la leggenda nella vita di questo papa geniale, ed ha fatta valere accanto alla sua azione ecclesiastica anche i suoi rapporti di politica estera, in specie il suo contegno ugualmente prudente come efficace di fronte ai torbidi francesi. Quante più relazioni diplomatiche vennero estratte dall’oscurità degli archivi, tanto più chiaramente si riconobbe quale rara lucidità di intelligenza, quale sguardo vasto e profondo, quale grandezza di mente, 2 quale energia di volontà e quale intrepidezza fosse propria di Sisto V. Si crede, così riferiva subito dopo l’elezione di Sisto V l’inviato di Toscana, Vinta, che il nuovo papa non sarà nè spagnuolo nè francese, ma che egli conserverà la sua hbertà, per il meglio della cristianità e deha Santa Sede.3 In realtà fu questo l’ideale di Sisto V: come padre comune prendere la sua posizione il più possibile imparziale, al disopra di tutte le potenze del mondo. 4 II bene della Chiesa e il decoro della Santa Sede andarono per lui al disopra di tutto. 5 Libero da tutele terrene, egli volle impiegare tutta la sua forza a salvare e ad accrescere la fede, che come 1 Cfr. Zanazzo, Tradizioni popolari Romane, Roma 1907. Di nessun papa si raccontano tanti aneddoti; v. Moroni LXVIII, 92 s. Oltre a Sisto V si sono mantenuti vivi nella memoria dei romani, solo Leo X, Benedetto XIV, Pio IX e Pio X. 2 Ciò è riconosciuto pure da un autore ostile ai papi, come Brosch; v. Ge-schichten aus dem Leben dreier Gi'osswesire, Gotha 1899, 21. 3 Relazione del 24 aprile 1585, presso Galluzzi IV, 19. 4 Quale alto concetto avesse Sisto V della sua situazione come papa, lo dimostra il fatto, che egli fece capire a Rodolfo II, di fronte ai torbidi francesi il 12 ottobre 1589, che egli, il papa, e non l’imperatore, doveva compiere giustizia in Francia (v. Schweizer III, 71). In seguito alle voci che correvano intorno al conferimento del titolo di re al granduca di Toscana, il 24 marzo 1590, venne incaricato Visconti, nunzio di Praga, di far noto a Rodolfo II, che il conferimento di questo titolo conveniva al papa e non all’imperatore, poiché è evidente, che l’impero è sottoposto al pontificato (v. ibid. 151 s.). 5 Vedi le sentenze di Sisto V presso Desjardins V, 13, 17.