362 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI. Il sorgere di ima nuova getta nella Slesia, e le esigenze dei novatori nella Stiriti, nella Carinzia nella Carnia ricolmarono il nunzio di non minore angustia. I pericoli per la fede cattolica ivi aumentarono con la morte dell’arciduca Carlo, avvenuta il 10 luglio 1590. Il papa raccomandò la cui'a di queste ten*e alla premura dei cattolici vicini e prese in considerazione il ripristino della nunziatura di Graz.1 In tutte queste faccende Visconti, era intieramente dipendente dalla buona volontà dell’imperatore e quindi tanto più dolorosa gli riuscì che alla corte di Praga, il corso dei negozi andasse sempre molto a rilento.2 È caratteristica la cautela con cui egli si accingeva all’opera anche in affari pressanti. Prima che movesse un passo, attendeva sempre un’istruzione da Roma; ciò si verificò nella stessa questione per la successione al ducato Jùlich-Cleve, nella quale i protestanti cercarono in ogni modo guadagnare terreno.3 o. Fra gli ostacoli che si opponevano al penetrare della riforma e della restaurazione cattolica in Germania, come fu già riconosciuto al tempo di Gregorio XIII,4 uno dei principalissimi era la mancanza di intesa con la Santa Sede e le sue insufficienti informazioni delle condizioni della Germania. Penetrato dalla persuasione, che a questo riguardo non poteva bastare la sola attività dei nunzi, il grande riorganizzatore ecclesiastico Sisto V, con la sua bolla del 20 dicembre 1585 fece un dovere rigoroso a tutti i vescovi di visitare entro un determinato spazio di tempo, o personalmente o a mezzo di un adatto rappresentante i limina Apo-stolorum, come dice l’espressione ufficiale, per dar resoconto al Capo supremo della Chiesa sii i loro complessivi doveri pastorali, su tutto quello che riguardi lo stato delle chiese ad essi sottoposte, su la disciplina del clero e del popolo, ed infine circa la salvezza delle anime affidate alla loro fedeltà, ed in corrispondenza per accettare le ingiunzioni apostoliche. I vescovi della Germania dovevano adempire questo dovere ogni quattro anni.5 Il papa commise alla Congregazione del Concilio da lui riorganizzata il 19 febbraio 1587, di accogliere l’esame e il disbrigo delle relazioni su le singole diocesi, e dal cardinale prefetto di quella di ascoltare i vescovi, o i loro rappresentanti, e dar loro le corri- 1 Vedi ibid. 48, 90, 132, 193, 198 s. 2 Vodi ibid. xxxi 130. 3 Vedi ibid. xxix 147 s. 4 Cfr. i pareri del 1573 presso Schwarz I s., 20, 23, 39, 42 s., 48, 57. 5 Cfr. più sopra p. 101s.