La figura di Koma nel secolo xvi. 437 l’avere con piena comprensione abbracciato tutti i piani del suo consigliere, nominato architetto principale,1 e l’averne con la sua meravigliosa energia resa possibile l’esecuzione nel breve periodo di cinque anni. Pino allora Roma in sostanza era stata una città medioevale: di pianta irregolare, con strade e vicoli per lo più stretti, molto tortuosi, tagliantisi in diversi grandi angoli, mancanti d’aria e di sole.2 Questo carattere medioevale erasi mantenuto in sostanza fino alla metà del secolo xvi, come mostra il famoso panorama del neerlandese Marten van Heemskerck del 1536.3 Salivano al cielo in molti luoghi torri-fortezze quadrangolari con feritoie e coronate di merli, quali un tempo presentavano tutte le abitazioni dei nobili, specialmente dei cardinali. La maggior parte delle ('Mese aveva tuttavia le sue torri campanarie medioevali. Le poche cupole del tempo di Sisto IV si vedevano appena perchè basse. Anche le case erano per lo più poco alte, ma fra esse sorgevano già dappertutto i palazzi del Rinascimento, avanti tutto il nuovo Vaticano e la Cancelleria. Costruendo i palazzi romani gli architetti dovettero per la maggior parte contentarsi di aree fabbricabili sghembe e storte, ma seppero vincere le difficoltà ed anche su un piano stretto e irregolare erigere opere nobili e monumentali. Uno splendido esempio del come possa utilizzarsi una curva stradale per un motivo di somma leggiadrìa fu dato da Baldassarre Peruzzi nella costruzione del palazzo Massimi. Il vero tipo del palazzo romano non si formò che a poco a poco. Fino al quarto decennio del secolo xvi Roma rimase il più grande teatro dello scambio di idee architettoniche. Esercitò grande influenza il palazzo Farnese cominciato nel 1534; se vuoisi parlare di un tipo di palazzo romano, il primo è quello che viene ad esprimersi in esso. La corte gareggiava colla più bella della città, quella della Cancelleria; la scala è la prima del tutto comoda e larga, (piale conveniva alla città delle cerimonie.1 Merita che sia rilevata in particolare una singolarità del quadro della città di Roma. In tutte le città dell’Europa d’allora il limite era dato dai bastioni, che le cingevano : entro a questo anello di protezione stavano le case per lo più anguste e addossate l’una all’altra. Tutt’altrimenti a Roma. Dell’esteso grande territorio, attorno a cui giravano le poderose Mura Aureliane mantenute ancora in piedi come opera di fortificazione, due buoni terzi erano 1 Architetto generale; v. Fontana II, 16. 2 L’Articolo interessante di A. Moroni, Vie, voci e viandanti della vecchia Roma, nella N. Rassegna 1894, I, 407 s. 3 Vedi tavv. 1-2 presso v. Pastor, Rom zu Ende der Renaissance 4-fi, Iriburgo 1925. 1 Vedi Burckhardt, Gesch. der Renaissance3 199s., 201s., 205 s., 207.