38 Sisto V. 1585-1590 — Libro I — Capitolo I. Il figlio dei poveri compagnuoli di Grottammare era su i 65 armi, quando fu chiamato alla più alta dignità, che possa venir concessa ad un mortale.1 Il suo aspetto esteriore manifestava un uomo di volontà e di azione, ma allo stesso tempo tradiva la sua origine campestre. Di media statura, era di struttura robusta, tutt’altro che bello. La grossa testa, leggermente piegata in avanti, era coronata di una barba densa, castagno oscura, alquanto grigia. Gli zigomi sporgevano in fuori, il naso era grande e massiccio, numerose rughe solcavano l’alta fronte, sopracciglie arcuate e straordinariamente folte nascondevano i piccoli, ardenti occhi. Lo sguardo del papa era così penetrante che una sola occhiata nel concistoro, bastava ad orientarlo. Le labbra strette l’un l’altra con forza denotavano energia ed inflessibile volontà, il fresco colorito del volto una buona salute.2 ' Intorno all’incoronazione (1 maggio 1583) v. P. Alaleone presso Gatti cus 394 s. ; ibidem 395 s., intorno al possesso (5 maggio). Cfr. Cancellieri 121 ss. 2 Su l’aspetto di Sisto V v. Gritti 340. Cfr. anche la relazione degli inviati di Lucca in Studi e doowm. XXII, 194. Fra i ritratti di Sisto V si distinguono quelli già lodati dal Tempesti (I, 223) nella Biblioteca Vaticana (copia in Orp.aan, Sixtine Home) e nell’Accademia di S. Luca in Roma. Il primo, probabilmente di Pietro Facclietti (cfr. più sotto Cap. VIII) fu lungamente stimato opera del Padovanino ; l’altro, secondo A. Bacchini (Dei ritratti di 1'. Sisto V, in L'Amatore d'arte II, Roma 1921, n. 2) deriva da Ottavio Leoni. Un terzo ritratto che qui s’appartiene, di un artista veneziano, pub-blicato in Homo. Rassegna illustrata dell'Esposizione del 1911, p. 18, conservasi nel magazzino della pinacoteca vaticana ; esso raffigura il papa seduto, e nello sfondo l’obelisco vaticano. Un simile ritratto nel palazzo laterano (riproduzione presso Chi.edowski, Rom II, Monaco 1912, 60). Sul ritratto di Sisto V a Grottamare v. Picenum X (1913) 166. Il ritratto che era nella sua villa, trovasi ora nell’istituto Massimo alle Terme in Roma. Il papa nella tanto discussa pittura del Ferdinandeum ad Innsbruck (n. 137), eseguita secondo il quadro del Rosario di Dürer, che viene attribuita a Martino Teofilo Polak, secondo il catalogo, dovrebbe raffigurare Sisto V il che però deve essere errato. Indubbiamente il ritratto di un cardinale della Biblioteca Vaticana, che anche Balzani aggiunse alla sua monografia, attribuito al Sassoferrato, non rappresenta Sisto V. Cfr. Pistolesi, I ritratti di Sisto V in II IV Centenario di Sisto V (Montalto 1922) fase. 5, p. 65 ss. Molto piti caratteristiche sono le statue e i busti del papa recentemente trattati da Ricci nel periodico L’Arte XIX (1916) 163 ; Ricci si riferisce in questo alla scuola di Recanati (cfr. G. Pausi, I Lombardi-Solari e la scuola Recanatese di scoltura, Milano 1925). Il busto di Sisto V distinto per il fortissimo realismo, menzionato da Baglione, e proveniente da Villa Montalto in Roma, pervenne per donazione del Cardinal Grimaldi, nel duomo di Treia (prov. Macerata) ; un gesso di questa bellissima opera nell’istituto Massimo in Roma (v. lo scritto in occasione del giubileo di Diego Angeli, Sisto F) ed una riproduzione, dal 1922, nella grande sala della Biblioteca Vaticana. Sobotka nell' (Jahrbuch der preuss. Kunstsammlungen XXXITI, 267 s.) ha per primo pubblicato il busto di Treia e dimostrato ehe esso costituisce la chiave del bellissimo busto in bronzo di Sisto V dell’antico castello di Berlino, egli lo giudica opera di