332 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI. gli altri principi protestanti si mantenessero riservati, pure Giovanni Casimiro, favorì la spedizione in Francia di un esercito assoldato, che però dovette subire un esito sfortunato.1 Più che nell’imperatore la causa cattohca poteva sperare negli arciduchi Ernesto e Ferdinando di rigorosi sentimenti cattohci. Il primo coadiuvato da Klesl, il vicario generale del vescovo di Passavia per l’Austria inferiore, e dal gesuita Guglielmo Scherer, proseguì a svolgere nell’Austria, che egh amministrava a nome dell’imperatore, la sua azione secondo i concetti della restaurazione e riforma cattolica. In alcune località, come nella contea Hansek, la conversione degli abitanti alla fede cattolica, si compì senza difficoltà.2 Al contrario in altri luoghi i novatori opposero una resistenza così violenta, che si dovette venire all’uso della forza.3 Ciò non fu necessario nel Tirolo, dove l’arciduca Ferdinando proseguiva con zelo lo stesso intento.4 Qui le difficoltà provennero piuttosto dalla negligenza del clero cattohco, presso il quale un cambiamento intimo potè ottenersi solo lentamente. Offriva un compenso l’instancabile operosità dei Gesuiti quali predicatori, catechisti, educatori, e penitenzieri. A danno della causa cattohca comparve in scena contro la Compagnia di Gesù un uomo, del resto molto benemerito, il francescano Giovanni Nas ; anche le relazioni di Ferdinando con i Gesuiti si raffreddarono, al che vi cooperarono le tese relazioni sue con la Baviera,5 come si sarebbe atteso, ma all’annunzio erroneo d’un mutamento della politica pontificia, in favore di Filippo II, ritornò da Firenze di nuovo in Germania. Secondo la * Relazione di Badoer del 21 luglio 1590 (Archivio di Stato in Venezia) venne invece un messo sassone pure a Roma, ove Sisto V gli dichiarò di voler trattare con lui, solo su di un ritorno della Sassonia alla Chiesa, non però di altre cose. Cfr. ancora Bezold nei Sitzungsberichte der Münchner AkadHist. Kl. 1882, II 158. 1 Vedi Janssen-Pastor V, 86 s. Un * Canticum in equitum peditumque Germanorum aciem orumque repetitam cladem 1587, composto dagli studenti della Sorbona di Parigi, nel Cod. Barb. LX, 31, p. 83, Biblioteca Vaticana. 2 Vedi G. Scherer, Vrsachen d. Bekehrung der Herrschaft Ober und Nider Hausseck im Ertsherteogihiimb Oesterreich vnnder der Enss \ so vom Luthertumb darinnen sie vber 26 Jahr leider gesteckt | widertimb zum vhralten alleinseligmachenden Cathol. Glauben. . . gebracht worden, Ingolstadt 1586. Cfr. Duhr I, 802. 3 Vedi Wiedemann III, 73 s., IV, 198 s. Cfr. Huber IV, 294 s.; Duhr I, 803; Bibl nella Mitteil, des òsterr. Instit. Vol. di supplem. VI, 589 s., e nel-VJahrb. /. Länderkunde von Niederösterreich X. S. VIII (1909), 151s. 4 Secondo la * Relazione di Sporeno del 10 agosto 1585 Sisto V lodò l’opera zelante di Ferdinando contro i novatori. Archivio dipartimentale in Innsbruck. 5 Vedi specialmente Hirn I, 160 s., 210 s., e Duhr I, 841. Huber (IV 314, n. 3) colla sua tendenza troppo palese, di descrivere i successi della restaurazione cattolica come totalmente esteriori, si lascia indurre, a portare come prova di questo una circostanza che dimostra precisamente il contrario: cioè il gran numerò delle confessioni e comunioni citato dai gesuiti. Che essi nel loro ministero delle anime non si contentassero affatto d’un’apparenza esteriore, è dimostrato in inodo convincente da Duhr (I, 495).