Risultati ed ostilità di fra Felice. 27 Scrittura per la rinovazione dell’uomo, degli operai nella vigna, dell’istruzione del discepolo cristiano, della venuta del Messia, e dell’immacolata Concezione di Maria Santissima. Le prediche si distinguono poco da quelle in uso allora ; l’impressione, che esse facevano, era in sostanza causata dall’energica personalità dell’oratore, dalla forza, sicurezza e dalla franchezza senza riguardi con cui il giovane francescano sapeva esporre le dottrine della fede, che egli aveva profondamente studiato. Consistette in questo il segreto del risultato suo nel pergamo. Chi sedeva ai suoi piedi, sentiva la forza della sua anima ardente, che dava alle parole Aita scintillante, le imprimeva indelebili, e trasformava i cuori. Poiché fra Felice, durante la sua dimora in Roma, aveva fatto parte della cerchia degli uomini della riforma cattolica - oltre Ignazio di Loiola egli era venuto a conoscere anche Filippo Neri, il cappuccino Felice da Cantalice1 e il cardinale Carata - doveva essere di grande importanza per lui l’esaltazione di questo cardinale alla Sede di S. Pietro, avvenuta il 23 maggio 1555. Di fatti il nuovo papa, lo chiamò alla fine del gennaio 1556 alle discussioni della Congregazione, che doveva occuparsi della riforma della Curia Romana.2 Un anno più tardi fra Felice, cui i suoi superiori nel 1556 avevano assegnato la direzione degli studi nel convento di Venezia, fu nominato da Paolo IV inquisitore per l’intiero territorio della Repubblica. Sebbene con questo posto fosse molto occupato, pure trovava ancor tempo, per predicare più volte alla settimana. Egli ottenne, anche che potesse venir stampato nella città della laguna, l’indice di Paolo IV.3 Accanto a questo risultato, non mancaron però le ostilità, che in parte traevano la loro origine nello stesso grande convento dei frati. Si faceva un addebito a lui non solo che non era veneziano quindi d’essere un 1 Ranke (Pàpste I8 288) ne fa un San Felino del resto del tutto sconosciuto. 2 « L’a° 1556 fu chiamato a Roma al concilio generale che già principiò la S.ta di P. Paolo IV », leggesi nel Notiziario di Felice (Arch. d. >S'oc. Rovi. V 301). Secondo quello che dice Ranke (I8 288) si deve credere che Fra I1 e-lice abbia già sotto Paolo IV lavorato come teologo nella Congregazione per il Concilio Tridentino ». In realtà s’intende per « consiglio generale », l’ampliata commissione di riforme del gennaio 1556, sulla quale confronta il nostro voi. VI 444 ss. Questo risulta chiaramente dalla * Vita Sixti \ ips. manu emend., Archivio segreto pontificio; v. Appendice n. 89. 3 Vedi il Notizia/rio nell’Arch. d. Soc. Boni. V 300 s. Le cure per la stampa dell’indice (cfr. Reusch I 200) son rilevate in modo speciale dalla biografia * Sixtus V P. M., c. 7 (Archivio segreto pontificio). Un docu- mento del 1557 intorno all’attività di Felice come inquisitore in Venezia, presso Mxjtinbixi I 260. Cfr. ancora De Leva, Degli eretici di Cittadella. Venezia 1873, 62.