352 Sisto V. 1585-1590 — Libro I - Capitolo VI. cibo di Trento nel suo insieme non era possibile, Frangipani cominciò con un’introduzione graduale, obbbgando dapprima il clero di ogni rango o dignità alla professione di fede tridentina, e quindi facendo valere i canoni su l’amministrazione dei sacramenti.1 Egli trovò i suoi migliori coadiutori nei Gesuiti, la cui azione benefica nella scuola e nell’opera pastorale lo colmò di tale entusiasmo, che in ogni centro più importante desiderò di vedere fondata una loro casa. 2 All’uso dei mezzi precipui per la riforma ecclesiastica, quali la sacra visita generale e il sinodo provinciale, si opposero con rammarico ostacob durevolmente insuperabib cosicché Frangipane dovette contentarsi di introdurre migboramenti in alcuni singoli punti. Prima di tutto pose mano a rimuovere due mali fondamentali del clero, il concubinato e la simonia. Su questo nessuna difficoltà poteva arrestarlo. Contro la pubblica trasgressione del celibato egb agl con somma severità. Nella visita della diocesi di Kerpen dimostrò in egual misura rigore e mitezza.1 Anche nella parte dell’archidiocesi che trovavasi nella Vestfalia ugualmente in pericolo, riuscì agb sforzi del Frangipani, ben coadiuvato qui dall’elettore, di portare un migboramento nelle condizioni religiose.4 A Colonia la religione cattobca secondo ogni previsione umana, era assicurata in maniera durevole.5 Tutto sommato, possiamo dire che Frangipani ha fatto per il migliora -mento dell’archidiocesi di Colonia, tutto quello che era solo possibile di fare. A Roma furon fatte meritate lodi alla sua circospezione ed alla sollecitudine che aveva svolto, come pure aba stia perseverante costanza. Molte altre cose, che il nunzio si era prefisso, come fra l’altro, l’erezione di seminari in Bonn ed a Neuss, andarono a vuoto per le circostanze sfavorevob.6 Uno dei principali ostacoli, che si opponevano alla visita generale, stava nell’opposizione dei consigberi del decrepito Guglielmo IV duca di Jubch-Cleve, che in gran parte eran formati di cattobci trepidi e malsicuri. Ma all’opposto di suo padre il principe ereditario Giovanni Gugbelmo, ammogliato con Iacobea di Baden, la nepote del principe Albrecht di Baviera, con soddisfazione di Sisto V, promoveva zelantemente la causa cattobca. 1VediEHSES ums., 50, 72, 76 s., 123 s., 200 s., 280 s., 313 s., 449. 2 Vedi ibid. II, xnv, 197, 212, 253 s., 433, 440. Cfr. Duhr I, 416, 846 s. Riguardo al contegno dei Gesuiti di Colonia cfr. Pfülf nelle Stimmen aus Maria-Laach LVIII, 89 s.; ove sono usufruite le comunicazioni del Voi. 4, del Buches Weinsberg. 3 Vedi Ehses II, xlvi s. 187, 249, 282, 316. 4 Vedi ibid. xlix, 291, 326, 435. Cfr. Pieler, Fürstenberg 137; Kamp- SChulte, Protestantimus in Westfalen 323 s. 337 s. 6 Così riferisce Frangipani il 5 luglio 1590 a Roma; v. Ehses I, 487. 6 Vedi Ehses II, 276, 283, 289, 311, 316, 340, 375, 505.