Documenti inediti e comunicazioni d’archivi. N. 67-69, a. 1589-1590. 619 questo passò con l’amorevolezza ogni ragionamento. La sera gionse in Roma un consiliere Martes venuto da Napoli et il sabato di carnevale il detto sT Olivares tornò all’udienza et disse che era venuto il consiliere Martes da Napoli per farli proteste a nome di S. M. Cattca che però addimandava concistoro a S. Stà, la quale sentendo questo s’alterò molto et con parole aspre lo mandò quasi subito fuori di camera minaciando che se non impare a procedere, che l’insegnarà a far proteste a Papa. Partì Olivares et S. Stà stete alterata in modo tale che se Gesualdo non si interponeva la S,à S. non li volea dar più audienza, anci licentiarlo et mandarlo di Roma; il temperamento fu questo, che Olivares il sabato seguente che fu li X di questo ingenochiato chiedesse perdono a S. Stà di questo modo di parlare, il che lo fece, et così s’aquetò il tutto almeno esteriormente. Hora il lunedì mattina a tavola, S. Stà coram servientibus disse questa seconda humiliatione a fine che si divulgasse per Roma, come subito fu fatto. Hor la protesta conteneva che si mandasse da Roma Lucimburgo, la seconda che si dichiarasse scomunicati tutti li seguaci directe vel indirecte di Navara. La terza che S. Stà non tratasse più con Navara in qual si voglia modo. La sorte ha apportato che in questi accidenti Lucemburgo facesse dire da monsr Serafino al Papa di volere andare a Loreto per divotione in questo tempo di otio mentre vien la risposta di Navara. S. Stà laudò questa divotione et così Lucemburgo la sera di carnevale andò dal Papa et disse, che se ben volea andare a Loreto con sua buona gratia nondimeno, havendo presentito le proteste sodette et anco, di parlamento, di conciglio, di nuovo Pontefice, et una mano d’altri cardinali che era venuto in pensiero di non si partire perchè non dicessero esser scacciato per opera de Spagnoli,, al che S. St4 disse, che il stare et l’andare era in sua libertà, ma che il riguardare a queste parole non lo lodava, perchè al ritorno haveria chiarito il fatto et così le baciò i piedi et la prima mattina di quaresima partì et tenendosi per Roma che questa partita fosse comandamento di S. Stà per fuggir l’incontro delle proteste, che per ciò non dovesse più ritornare. Vogliono che per ciò l’ambasciatore Olivares si lasciasse indurre a chieder perdono il sabato. Hora che Olivares intende che Lucemburgo sarrà qui presto, ha fatto parlare efficacemente da doi cardinali come (la loro, et questi sono Como et Gesualdi, che si licentia detto Lucemburgo et messo in consideratione tanti mali che ne possono occorrere et perchè hanno trovato l’un et altro separatamente che la volontà del Papa è di non desistere a niuna delle tre cose sudette, perciò si tiene per certo che tornato Lucemburgo all’improviso faranno le sudette proteste per le dette tre cose et che subito si ritirarà Olivares a Napoli. Et perchè Olivares non sa parlare latino, perciò ha fatto venire il consiliere da Napoli, cosa che non fece l’ambasciatore di Carlo V, quando fece protesta in publico concistoro, quando Paulo trasportò il concilio da Trento a Bologna senza saputa di Carlo, che all’hora quell’ambasciatore fece le proteste. Se queste proteste se farfanno si teme de tante male consequenze quanto si può imaginare. Prima il Re trattarà lega con principi italiani per sapere chi è suo amico vero; si crede anco che S. S{à l’acattarà con Venetiani, la procurerà col Gran Duca et la vorrà con Urbino come feudatario, prohibendo sotto censure ecclesiastiche a Ferrara et a Parma che non possino dar aiuto altrove et che anco prò-