156 Sisto V. 1585-1590 — Libro I — Capitolo III. non ostante nn più ricco materiale e il perfezionamento della critica dei testi difficilmente se ne potrebbe eseguire un migliore ».1 L’edizione sistina dei Settanta venne in luce ancora presso l’editore Romano Zanetti. Ma nel 1587 il papa fondò una propria Tipografia Vaticana, che fu diretta dal veneziano Domenico Basa.2 Nella bolla, che affidava ad una speciale commissione cardinalizia la cura di questa tipografia, Sisto V aveva stabilito, che tutti i dubbi importanti che venissero mossi sulla pubblicazione della bibbia, o di altre opere ecclesiastiche, dovessero venire esposti a lui, onde sulla base del particolare privilegio concesso da Dio alla Santa Sede, nella differenza delle lezioni, decidesse, cosa meglio corrispondesse alla verità delle fede. 3 Conforme a questo annunzio, ora realmente Sisto V partecipò in persona al progresso dei lavori. Ciò che egli ascoltò intorno a questi lo appagò poco : un colloquio con Carafa al 16 novembre 1588 portò ad una violenta discussione. Il giorno seguente fece richiedere, a mezzo di Santori i lavori della Congregazione poiché voleva consacrare personalmente alla bibbia la sua operosità e « condurre a termine una cosa degna di lui ». 4 Così Sisto V stesso prese a leggere tutto da se ed a stabilire di proprio pugno il testo per la stampa. La cosa progredì con l’attività e decisione a lui propria : al principio del giugno 1589 egli era già arrivato all’ultimo libro del Nuovo Testaménto, l’Apo-calissi di S. Giovanni. 6 Ma l’intervento diretto del papa si dimostrò al sommo nefasto. Anche come cardinale Montalto, Sisto V quale editore delle opere di S. Ambrogio si era occupato di un lavoro di critica testuale, 6 in quello però dando la prova decisiva, che il suo pugno di ferro, abituato a procedere senza riguardi, non era fatto per il lavoro paziente, penosamente minuto e preciso di cesellare un testo. Egli era portato più a dominare i manoscritti che lasciarsi dominare da essi : ciò che non si voleva piegar subito, doveva spezzarsi, e così il suo S. Ambrogio presso i posteriori editori deve subire critiche severe 7 ed ai protestanti dei tempi più antichi offrì oc- 1 Höpfl 138. 2 Cfr. più sotto cap. 8. 3 Bull. Vili, 996. 4 Santori, Autobiografia XIII, 183 ; Diarium audientiarum presso Le Baciif.let 28 ; Amann 45 s. 5 Badoer il 3 giugno 1589, presso Hübner III, 301 s. ; Batjmgarten. Vulgata 136. Errata presso Baumgarten (ibid. 22, 28) è la data del 3 luglio, c Alcune lettere di Carlo Borromeo al Cardinal Montalto 1571-81 intorno a questa edizione v. presso Cugnoni ncllMre/i. Borri. V (1882) 551-562. Cfr. Höpfl 126 nota. 7 Del resto i Maurini attribuiscono la colpa ai collaboratori di Montalto (prefazione della loro edizione presso Migne, Patrologiae cursus completus l;l serie XIV, 18) ; ugualmente E. Ceiixier 0. S. B. (Hist. générale des Auteurs sacrcs V, Parigi 1865, 584). Severamente giudica il più recente editore di S. Am-