La pestilenza in Roma; straordinarie opere di carità. 539 il segretario particolare di Gregorio, Giovanni Andrea Caligari vescovo di Bertinoro, già sperimentato al servizio di tre papi1 Sfondrato doveva attendere alla direzione degli affari civili nonché dei religiosi.2 Lo Stato Pontificio, come altri Stati, era allora flagellato da tre piaghe: dai banditi, dal gran prezzo e mancanza di grano, e dalle epidemie. Dall’agosto 1590, era penetrato in Roma un contagio, che si manifestava in quei che ne eran colpiti, con febbri ed emicranie, e che spesso, in otto o dieci giorni, conduceva alla morte. I medici attribuivano la malattia, che colpiva principalmente gli uomini dai 30 ai 50 anni, parte alla stagione anormale, al succedersi di forti pioggie a forti caldi, e parte alla cattiva qualità dei generi alimentari. Nell’Umbria parecchi luoghi furono spopolati quasi intieramente. Anche in Roma la mortalità fu assai grande; pure la notizia che dall’agosto 1590 all’agosto 1591 sian morti ivi 60 mila abitanti, cioè più della metà dell’intera popolazione,3 è sicuramente esagerata. Soltanto nel settembre 1591 cessò la peste che si era diffusa pure nell’alta Italia.4 Gregorio XIV cercò fino da principio di aiutare i suoi travagliati sudditi, con abbondanti elemosine ed altre opere di carità. Molti cardinali, prelati, nobili e fra gli ordini rehgiosi in modo speciale gli Oratoriani5 ed i Gesuiti, cercarono di imitare l’esempio del papa. Più degli altri si distinse Camillo de Lellis, che con quattro confratelli della sua Congregazione si prese cura instancabile degli infermi e si recava di porta in porta per distribuire le medicine e i viveri. Anche durante la peste e la carestia, che presto si manifestarono, Camillo ed i suoi si adoperarono quali angeli di carità.6 Più di un religioso fu allora vittima del suo generoso altruismo. Tra queste vittime fu allora anche un rampollo di famigha principesca, segnalato per i divini carismi, che nel 1585, a soli 17 anni, era entrato nella Compagnia di Gesù: Luigi Gonzaga. Servendo gli ammalati, il generoso giovanetto contrasse il 1 Vedi IIinojosa 345. 2 « Ha in mano il governo di tutte le cose », così è detto nella Relazione dell’inviato di Lucca; v. Studii e docum. XXII, 196. 3 Secondo la * Descrittioue di tutte le infrascritte bocche fatta ultimamente in Roma questo mese di febraio 1591 essa contava 116 698 anime. Ottob. 2434, p. 856 s., Biblioteca Vaticana. 4 Vedi Cicakella loc. cit. Il numero dei morti, come presso Cicarella così anche nell’* Avviso dell’11 maggio 1591, secondo il quale sarebbero morte in due mesi 40 000 persone, è esagerato. TJrb. 1059, II, 258, Biblioteca V aticana . 5 Vedi Pompeo Pateri, * Memorie, Manoscr. Carpegna 62, p. 57 s., Arehiyio segreto pontificio. 6 Cfr. Bàumkee, Ber hi. Camillus v. Lellis u. sein Orden, Prancoforte 1887, 43 s. Vedi pure lo scritto commemorativo: Dei• hi. Kamillus v. Lellis -k. sein Orden, Friburgo 1914.