XVIII identificarlo col primo, di cui sappiamo non solo che ehbe altre podesterie, ma che anche a Padova promosse aggiunte al corpo di quegli statuti.33) So l’identificazione non è errata, la sua podesteria tergestina è da porre tra il 1271 e il 1288, chè in quest’ anno egli divenne procuratore di S. Marco. Passando dal podestà agli altri organi del Comune, il già citato documento del 1233 dice che i tre rettori di Trieste giurarono fedeltà a Venezia «prò se ac toto Comuni... in publica contione». Ecco dunque il primo accenno all’ assemblea popolare, chè i trecento cittadini che giurarono, singolarmente, fedeltà al Dandolo non costituivano una contio vera e propria. Laddove a Pola il consiglio è documentato già nel 1216 e a Capodistria nel 1233, Trieste col suo ritmo più lento, presenta quest’ organo appena nel 1254. Forse la sua origine è da collegare con la costituzione, avvenuta nel 1246, della Confraternita dei nobili. Il consiglio minore o dei sapienti — più tardi sarà detto consilium rogatorum, forse per analogia col veneziano dei «pregadi» — dovette fungere prima del 1292, chè in quest’ anno il consilium è detto maius. Nè mancavano nel Dugento le corporazioni e le fraternite, coi loro particolari statuti; ma non riuscirono mai, in Istria, ad assurgere a notevole importanza politica. Anzi le città e in ispecie Trieste vollero e seppero disciplinare e subordinare le corporazioni: a Trieste i procuratori «artificum et laboreriorum terre» dovevano «procurare et providere omnibus artibus et laboratoribus terre facientibus contra formam capitularii sue artis.»34) Tuttavia non è da trascurare la notizia di Ireneo, il quale dice d’averla attinta a documenti, che dal 1262 al 1270 sarebbe stato podestà e capitano del popolo Mainardo IV di Gorizia. Pur ammettendo che al titolo di capitano del popolo non sia da conferire il significato e il valore che ebbe a Firenze, e tenendo presente che più volte, anche negli statuti (Stat. 1315 L. I cap. 2) il podestà è chiamato capitano quando comanda le milizie, la durata eccezionale della podesteria di Mainardo IV, se si accetta come vera ed esatta la notizia d’Ireneo, fa sospettare una crisi. Forse l’elezione di Mainardo esprime una reazione di carattere popolare al consiglio instaurato non molti anni prima; forse i nobili approfittarono della debolezza del vicario di Mainardo — infatti non è ammissibile che il conte di Gorizia esercitasse per otto anni il suo ufficio in persona e presente — per contrapporgli nel 1265 un loro podestà. Comunque, il capitanato di Mainardo, se pur ci fu, non sortì successo e la classe dominante riebbe il sopravvento. Torniamo ora ai rapporti fra Vescovo e Comune. La crescente forza e autorità del Comune è dimostrata da una lettera dogale del 1227, che si