XLII cap. 25. Stat. 1365: L. HI cap. 81 (De Ranphis et suis sequacibus). — 40) Vedasi negli statuti che qui si pubblicano, L. IV cap. 20. — 47) I Castro-pola divennero signori di Pola pochi anni prima della congiura dei Ranfi. — 48) Ad illud vero quod ojferebat de facto Tergesti respondeatur lutanando nos a dicto facto (Deliberazione del Senato, 17 ottobre 1367, in Atti e Memorie, voi V p. 33). — 4”) Lo statuto di Pirano del 1307 è stato trascritto da Camillo De Franceschi e Ugo Inchiostri; ringrazio di cuore l’egregio cav. De Franceschi che con squisita cortesia m’ ha permesso d’esaminare il manoscritto, purtroppo ancora inedito. — 30) Primo studiò i codici statutari di Trieste Domenico Rossetti: Statuti antichi di Trieste descritti e illustrati bi-bliologicamente. Ardi. Triest. voi. II (Vecchia Serie). Pubblicò quelli del 1315 Pietro Kandler, nel volume già citato. Per la data vedi Vergottini, o. c. II, p. 98, e Tamaro, o. c. I, pagg. 155, e 209. L’intestazione suona: In nomine individue Trinitatis et Beatissime Matris sue Virginis Marie et tocius ee-lestis curie Hec sunt Statuto. Civitatis Tergesti compillata et facta Potestute Illustri et Magnifico domino Domino H. Inclito Comite Goricie et Tirollis honorabili potestate pro Comune Civitatis Tergesti et in hoc volumine redacta curentibus Annis Domini Millesimo Centessimo Quinquugessimo Indinone Terciadccima de mense Ianuarii. — st) I proemi degli Statuti del 1350 e del 1365 dispongono che degli statuti si facessero libri tres, unua quorum debeai poni in sacristía comunis, alter esse debeat in manu domini potestatis, tercius vero in palacio comunis et poni debeat ad chutenam. La s tessa disposizione si ritrova in altri statuti, a mo’ d’esempio in quelli di Novara, Tortona, Milano, Como, Verona; a Padova gli esemplari furono quattro poi cinque. (Statuti citati L. IV cap. 15). — °2) Il libro del criminale occupa il II posto anche negli Statuti di Muggia del 1342; degli Statuti piianesi del 1307 i libri Il-IV contengono il criminale. Giova notare che gli Statuti piranesi del 1307, come quelli del 1358, hanno 10 libri. — 5;i) La deliberazione del Consiglio maggiore è riportata nel citato Libro delle Ri-formazioni. Questo statuto, o, per meglio dire, la copia incompleta che ne possediamo, è quasi ignorato. Cominciò a studiarla il Kandler, che, facendola rilegare, narrò sur un foglio aggiunto il rinvenimento e le vicende della copia. 11 Giegorutti e l’Hortis vi apposero osservazioni e appunti. È un codiceo cartaceo di 114 carte, del formato 38.5 per 28.5 cm., scritto in ccrsivo minuto. Il II libi‘0, cui manca una parte dell'indice, arriva fino alla carta 40. Dopo alcuni fogli bianchi numerati, preparati per eventuali addizioni, (mancano i fogli bianchi 41-51 e 53-58) segue il terzo libro,