DEGLI USCOCIH 167 sanda erano state da chi si fosse riedificate alcune, che già circa quarantanni di nuovo erette, furono in quel medesimo tempo distrutte, come quelle, che spingevano il torrente sopra i confini del vicino con gravissimo danno. Per queste cause il provvedidore non parendogli avere fatto assai per reintegrazione dell’ onore suo contra il Petazzo, e per levar le novità fatte a* danni di quei confini, deliberò d’ andare alla devastazione : e mentre chiamava in ajulo una galea, e congregava le barche , che per 1’ opera erano necessarie, discese in quelle parti la gente, che col Tersatz, e col Francol veniva, alla quale s’ erano aggiunti altri ancora per viaggio, mossi dalla speranza di rubare. Andò il provveditore con buon numero; di paesani per far l’ opera, e co’soldati per guardar- li, e difenderli. 11 Petazzo s’affaticò per far loro impedimento; ma non vi riuscì. t Mentre però quelli si trattenevano nella distruzione degli argini, la gente di Tersatz venne in soccorso del Petazzo in numero di tremila, dalla quale assaltato il provveditore nel ritornarsi, essendo sopraffatto da numero tanto maggiore, non essendo con lui se non ottocento persone tra a piedi ed a cavallo, dopo aver combattuto, e fatto resistenza a quella milizia, gli convehne cedere alla forza maggiore, e ritirarsi in Muglia. Durò il conflitto due ore, nel quale intervenne la morte di centoventi de’ suoi con alcuni feriti, e dalla contraria con perdita d’ alquanti mentre il combattimento durò ; dal qual successo inanimiti gli arciducali, essendo loro anche sopraggiunto qualche numero maggiore di cavalleria di Croazia, scorsero tutta l’Istria, mettendo ogni cosa a ferro e fuoco, e depredando,